L’ex campione di ciclismo Davide Rebellin, è stato travolto e ucciso da un camion pirata lo scorso Mercoledì 30 Novembre sulla Regionale 11, all’altezza di una rotatoria a Montebello Vicentino.
Dopo la morte del campione di ciclismo, il presidente del C.S.A.In. Basilicata, Vito Mecca, propone l’istituzione di un nuovo limite nei centri urbani.
Ecco cosa scrive a riguardo:
“Basilicata a 30 all’ora.
La fretta, la velocità elevata e la distrazione sono le cause delle tragedie.
Dalla stima preliminare ISTAT 2022 nel semestre gennaio-giugno si registra, rispetto allo stesso periodo del 2021, un aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (81.437, pari a +24,7%), dei feriti (108.996, +25,7%) e delle vittime (1.450, +15,3%) (https://www.istat.it/it/archivio/277703)
Per il decennio 2021-2030 gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e di feriti gravi entro il 2030, rispetto all’anno di benchmark (fissato al 2019).
A seguito dell’aumento delle vittime della strada registrato nei primi sei mesi del 2022, il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi per la sicurezza stradale è iniziato già con qualche difficoltà.
Numeri destinati ad aumentare anche in considerazione del fatto che il governo ha azzerato totalmente i finanziamenti per le piste ciclabili e pedonali per il 2023 e 2024.
Anche in assenza di fondi si può fare molto.
Così come si sta facendo in molte città Europee si propone la “Basilicata a 30 all’ora”, l’istituzione del limite massimo dei 30 km/h per tutti i veicoli a motore in ambito urbano.
Ogni giorno gli utenti della strada uscendo di casa senza auto (per fare una passeggiata, per correre o in bicicletta) sfidano la buona sorte.
Di giorno le insidie sono innumerevoli, si moltiplicano notevolmente al calar del sole a causa dell’illuminazione scarsa (in alcuni casi assente) e attraversamenti pedonali invisibili agli automobilisti.
Lo scopo di imporre in aree urbane il limite di velocità a 30 km/h è quello di proteggere gli utenti deboli, migliorando la sicurezza delle strade e riducendo l’inquinamento atmosferico, acustico e visivo.
Secondo uno studio condotto a livello europeo la riduzione della velocità massima delle auto da 50 km/h a 30 km/h abbassa la probabilità di investire un pedone o un ciclista dal 80% al 15%.
Se un’auto colpisce un pedone a 24 km/h la maggior parte sopravviverà con danni lievi, a 40 orari gli scontri provocano ferite gravi e sono mortali al 50%.
Percentuale che sale al 90% se si superano anche di poco i 60 orari.
Le aree urbane a velocità massima di 30 km/h non sono di costituzione recente: 1983 in Germania nella città di Buxtehude, 1992 in Austria nella città di Graz e 1979 in Francia nella città di Chambery.
Proprio qui tra il 1979 e il 2002 gli incidenti stradali con danni alle persone sono passati da 453 a 53 e il numero di feriti è passato da 590 a 65.
A Monaco di Baviera, in Germania, l’80% dei 2300 chilometri di strade urbane sono con limite a 30km/h e le rimanenti hanno il limite a 50 km/h.
A giugno 2023, Bologna diventerà la prima città con il limite di 30 km/h in ambito urbano d’Italia.
Infatti la città ha deciso di mettere il limite alle strade a 30 km/h per quasi tutte le strade.
In aggiunta ai già presenti limiti del centro storico dove questo è già in vigore.
Un obiettivo di questo tipo fa parte di un contesto molto più ampio.
Infatti l’Unione Europea ha posto l’obiettivo “zero morti sulle strade” entro il 2050.
Un progetto che coinvolge molte città europee come Bruxelles e Parigi.
Sarebbe auspicabile che anche le città lucane percorrano questa strada e facciano parte già da subito delle “città intelligenti e a impatto climatico zero” prima del 2050, un modello vincente che favorisce la creazione di una rete di spazi adatti alla mobilità lenta, ciclabile e pedonale.
I vantaggi sono tanti: una vita più sana, vivibile, meno inquinamento atmosferico e acustico, meno stress e più socialità”.
Cosa ne pensate?