LICENZIATO DALLA FCA DI MELFI DOPO 23 ANNI DI LAVORO: IL SINDACATO PROCLAMA LO SCIOPERO

Anche il sindacato USB ha voluto esprimere vicinanza al lavoratore licenziato qualche giorno fa dalla FCA di Melfi dopo 23 anni di lavoro.

Pubblichiamo di seguito la nota del sindacato:

“Licenziato un lavoratore impegnato da ben 23 anni con l’azienda, iscritto a USB, con gravi patologie fisiche, a cui veniva ripetutamente assegnata una postazione di lavoro la quale, come risulta dalle tante documentazioni, metteva in seria difficoltà le funzioni fisiche dello stesso.

Senza entrare troppo nel merito della vertenza legata alla postazione, che è in discussione nelle sedi opportune, prendiamo atto che l’azienda ha ritenuto giusto licenziare il lavoratore nonostante la nostra organizzazione sindacale abbia fatto richiesta di arbitrato, registrando fino ad oggi l’indisponibilità aziendale a fissare un incontro chiarificatore.

Riteniamo sbagliata, oltre che illegittima, una sanzione disciplinare tanto drastica in cui Fca Melfi non dimostra la benché minima volontà di risolvere il problema per il meglio, disinteressandosi completamente delle nostre ripetute richieste di incontro.

L’arroganza dimostrata in questi gesti manifesta la volontà di accanirsi sempre più nei confronti della classe operaia, che per il padrone non deve più rivendicare alcun diritto, nemmeno alla tutela della propria salute.

Come USB nazionale e territoriale metteremo in campo ogni di azione legale e sindacale affinché tale provvedimento venga ritirato e il lavoratore torni legittimamente in forza in Fca. Invitiamo quindi l’azienda a ritornare immediatamente sui suoi passi e ad accertare un confronto con USB per risolvere il problema venutosi a creare a danno del lavoratore.

Invitiamo tutti i colleghi di stabilimento a sostenere le iniziative che USB metterà in campo a difesa del diritto di ogni dipendente a difendere la propria dignità lavorativa, così come ha fatto il nostro collega licenziato ingiustamente.

Proclamiamo in Fca Melfi lo stato di agitazione come prima risposta che va ad integrare con una valenza ancor più importante lo sciopero già indetto da questa organizzazione sindacale su tutte le Domeniche pomeriggio per tutto l’anno lavorativo.

Siamo vicini a Michele, alla moglie e ai suoi due figli in questo momento particolarmente difficile”.