Sarà Liliana Segre a presiedere la prossima seduta del nuovo Senato.
Come spiega “Open”:
“Un ruolo provvisorio che chiamerà la senatrice a vita a ricoprire la carica di presidente di una delle due Camere fino all’insediamento del nuovo assetto di governo.
Secondo il regolamento parlamentare spetterebbe al più anziano, Giorgio Napolitano, dirigere i lavori a Palazzo Madama, come ricorda Repubblica.
Ma per le condizioni di salute dell’ex Presidente della Repubblica il ruolo passerà alla senatrice a vita.
A Montecitorio invece tocca al più anziano tra i vicepresidenti della legislatura precedente, per questo sarà Ettore Rosato di Italia Viva a dirigere i lavori alla Camera.
Poco più di un mese fa Segre aveva attaccato proprio Giorgia Meloni, vincitrice con Fratelli d’Italia delle elezioni politiche del 25 settembre insieme alla coalizione del centrodestra, invitando la leader a togliere la fiamma tricolore dal logo del partito.
Una richiesta dal forte senso antifascista che riconosceva nel simbolo di Fdi la stessa fiamma che campeggiava nel simbolo del Movimento sociale italiano fondato da ex esponenti del regime fascista nel 1946.
A poche ore dalla tornata elettorale che ha visto Meloni stravincere alle urne, Segre sarà chiamata a ricoprire il ruolo di presidenza al Senato prima che si insedino le Camere del nuovo governo.
L’appuntamento per la prima seduta del nuovo Parlamento è prevista per il 13 di ottobre.
A occupare i seggi dei due emicicli ci saranno 345 deputati e senatori in meno, il risultato della riforma costituzionale del M5S che ha tagliato il numero degli eletti da 630 a 400 a Montecitorio, da 315 a 200 a palazzo Madama.
A dirigere i lavori per quel giorno ci saranno Segre e Rosato.
I presidenti provvisori dovranno poi proclamare gli eletti.
Subito dopo si procederà con la seduta specifica per nominare i nuovi presidente di Camera e Senato che succederanno a Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati.
L’elezione del presidente della Camera si tiene con scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti.
A partire dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti calcolando anche le schede bianche.
Arrivati al terzo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (quella basata sui presenti votanti).
Per quanto riguarda il Senato invece la maggioranza assoluta dei componenti sarà necessaria sin dalla prima e seconda votazione.
Se le due votazioni non dovessero essere sufficienti per eleggere il nuovo nome, si dovrebbe procedere il giorno successivo a una terza votazione basata sulla maggioranza assoluta dei voti dei presenti, contando anche le schede bianche.
Dopo il terzo scrutinio, l’iter condurrebbe al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti.
Si eleggerà il nome che ha ottenuto la maggioranza relativa (sulla base del numero dei componenti e non dei presenti).
A parità di voti viene eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età”.