Sono ore decisive per la Liguria che, nella giornata di ieri, ha visto un’impennata della curva dei contagiati.
Poche ore fa, via social, il Governatore Giovanni Toti ha dichiarato:
“Dobbiamo prepararci a tornare gradualmente alla normalità: c’è chi dovrà ripartire per mandare avanti il Paese e aiutare le zone più in difficoltà.
Serve coraggio, non possiamo chiedere un sacrificio solo a medici, infermieri e operatori sanitari!”.
Lo stesso coraggio che ha avuto Lina, nonnina ligure, che alla vigilia del 103esimo anno di età ha vinto il coronavirus.
Coraggio sì, ma anche speranza.
Perché di questo si tratta, come racconta al “Il Secolo XIX” il professor Raffaele De Palma (responsabile del reparto di Medicina Interna a indirizzo immunologico del san Martino):
“La sua storia è stata un soffio di speranza dentro la tempesta che stiamo vivendo ormai quotidianamente.
Il miglioramento di Lina è stato inaspettato e ha rincuorato tutti noi, medici e infermieri, che ogni giorno lottiamo contro il Covid-19″.
Vera Sicbaldi, uno dei medici che si è presa cura di lei, al quotidiano online dichiara:
“L’abbiamo ricoverata per uno scompenso cardiaco ma, dopo un paio di giorni, ci siamo accorti che aveva problemi alle vie respiratorie e presentava sintomi, anche se blandi, che ci hanno spinto a farle il tampone per il Covid-19, risultato positivo.
Purtroppo sappiamo bene che il coronavirus sugli anziani picchia più duro ma non abbiamo fatto i conti con la tempra della signora Lina, si è dimostrata una vera roccia: la saturazione dell’ossigeno è migliorata velocemente è guarita senza nemmeno doverla sottoporre alle terapie farmacologiche per il Covid-19.
Dico la verità, quasi non ce lo spieghiamo nemmeno noi.
Vista l’età ci aspettavamo un decorso molto diverso ma siamo felici che sia andata così.
Del resto Lina si è dimostrata una donna incredibile, coraggiosa e piena di vita.
Nonostante gli anni è molto lucida e ama chiacchierare.
Le piaceva ricordare il periodo in cui ha vissuto a lungo in America per stare vicino al figlio ma anche tutti i viaggi che ha fatto: ha sempre avuto una vita ricca di stimoli e un’energia fuori dal comune, anche in queste settimana dimostrava una lucidità straordinaria, dava dei punti a tutti.
Probabilmente è proprio questa vitalità ad averla salvata anche stavolta.
Non so se ha capito sino in fondo cosa le è capitato e quale brutta malattia è riuscita a sconfiggere.
Leggeva riviste e si teneva informata ma ho avuto l’impressione che di questa emergenza non avesse piena consapevolezza.
Per noi però è stata un’iniezione di fiducia di cui avevamo proprio bisogno: nei volti dei pazienti rivediamo i nostri nonni o i nostri genitori, quando le cose vanno male è pesante anche per noi.
Siamo un gruppo di medici molto giovane, l’età media è intorno ai quarant’anni, a casa abbiamo tutti bambini piccoli e genitori anziani che non vediamo da settimane per preservarli: alla fatica del lavoro, come tutti i sanitari, aggiungiamo il carico psicologico della paura di infettare i nostri cari”.
Auguri e complimenti nonna Lina!