Ecco il manifesto di denuncia, redatto dal presidente del Comitato CSI di Melfi, Aldo Cilenti, in merito al presunto disinteresse che gli organi comunali di Melfi manifesterebbero per la promozione sportiva all’interno del Comune:
“La domanda è ormai più che legittima: quanto conta lo Sport per l’Amministrazione Comunale di Melfi e per i dirigenti dell’Ente?
La risposta più vicina alla verità è quella che possono dare i principali protagonisti del mondo sportivo melfitano, nello specifico associazioni ed enti di promozione sportiva, ed è grossomodo per tutti la stessa: lo sport per il Comune di Melfi conta pressappoco zero.
Ormai a Melfi la situazione dello Sport è praticamente ai minimi storici: tanti impianti di proprietà del Comune sono essenzialmente abbandonati al degrado e inagibili, altri invece presentano lampanti carenze di manutenzione; le pochissime strutture apprezzabili hanno comunque “alle spalle” situazioni non proprio chiare o vengono di fatto guardate con un occhio particolare, in barba alla trasparenza che dovrebbe caratterizzare l’operato di un ente pubblico.
Manca nella maniera più assoluta una vera programmazione, una visione d’insieme, un metro unico a cui fare riferimento in merito alle procedure per la presa in carico da parte del Comune delle manifestazioni proposte, attraverso l’erogazione di servizi e/o beni strumentali, idem per le gare di assegnazione, a conferma della citata mancanza di trasparenza.
Manca un vero referente e chi vuole promuovere lo Sport viene puntualmente rimbalzato da un interlocutore all’altro, con il non tanto celato intento di sfiancare il cittadino.
Ogni iniziativa sostenuta non trova mai una risposta univoca; ogni procedura intrapresa si rileva fallimentare e tale si conferma anche nei tentativi successi, nonostante ogni indicazione degli uffici venga poi seguita alla lettera.
Che lo Sport non conti nulla lo ha dimostrato l’ultimo cartellone degli eventi estivi: non è stato previsto nulla in ambito sportivo, malgrado le diverse proposte sottoposte in maniera ufficiale all’ente Comune; nessun evento è stato quindi calendarizzato, nessuna iniziativa per far giocare, creare aggregazione e divertire la cittadinanza è stata presa in considerazione, mentre di contro nel cartellone dei cosiddetti eventi culturali del comune ci si ritrova con artisti che ogni due per tre si esibiscono in città e con processioni mascherate da eventi di musica da strada, mentre per lo Sport non si riesce a trovare uno spazietto o la possibilità di aiutare le associazioni che fattivamente si impegnano per dare un minimo di vitalità ad una città che oggettivamente è in fase di stallo.
Che lo Sport valga meno di zero, per il Comune di Melfi, lo dimostra la considerazione che l’ente ha per la fantomatica Consulta delle Associazioni Sportive: organismo praticamente mai interpellato e soprattutto mai tenuto in considerazione, tant’è che in passato il presidente della Consulta aveva presentato le proprie dimissioni, conscio di un ruolo praticamente nullo e di una mancanza di volontà da parte del Comune di lavorare per la crescita del mondo sportivo cittadino.
Manca la trasparenza, manca un vero metro di valutazione, tant’è che non si capisce nemmeno come alcune associazioni riescano a far prendere in carico i propri eventi al Comune e poi a gestirli in maniera diretta, pur non avendo mai partecipato a nessun incontro della Consulta delle Associazioni Sportive, quasi come se bastasse alzare la voce o trovare corsie preferenziali per ottenere considerazione da chi amministra questa città, mentre altre associazioni o addirittura enti di promozione sportiva sono costretti a perdere tempo e risorse dietro bandi, progetti, proposte, anticamere interminabili e carte protocollate, che poi puntualmente si vanno letteralmente a perdere tra un ufficio ed un altro.
In tanti a Melfi aspettano di capire che fine abbiano fatto le risorse per gli eventi sportivi legati alle celebrazioni del millenario della città?
Gli eventi presentati attraverso progetti mirati sono stati realizzati, ma poi di colpo qualcuno ha deciso di non riconoscere alle associazioni quanto palesato: sulla base di cosa?
Non si capisce chi veramente decida chi è meritevole di avere considerazione e chi no, ma soprattutto quali siano i parametri che permettono ad alcune associazioni di vedere le proprie manifestazioni prese in carico dal Comune, che supporta gli eventi con diverse migliaia di euro a favore, attraverso l’erogazione di servizi o beni strumentali, mentre per altre manifestazioni anche di forte impatto e di grande coinvolgimento della cittadinanza e del circondario, ciò non avviene, malgrado queste siano caratterizzanti per la città e continue nel tempo.
Non è chiaro perché alcuni soggetti vengano investiti direttamente dal Comune per organizzare eventi, mentre per altri, anche per piccole iniziative, venga sempre palesata la gara d’appalto telematica, con tutte le lungaggini negative del caso.
Non si comprende perché amministratori e dirigenti del Comune di Melfi non trovino mai il tempo per rispondere alle missive ufficiali delle associazioni e degli enti di promozione sportiva, tutte regolarmente protocollate e tutte sempre ignorate.
Non si conosce la motivazione per la quale gli uffici del Comune di Melfi impieghino mesi ed anni per indire le gare d’appalto per la gestione degli impianti sportivi, pur essendo le scadenze note dal primo momento.
È proprio di questi giorni l’ennesima proroga data per la gestione di un impianto sportivo comunale, con tanto di sostegno economico da parte dell’ente Comune, mentre per altre strutture, fattivamente di carattere più “popolare”, dopo anni di attesa si è indetta una gara ad invito, escludendo quindi un bel po’ di potenziali soggetti interessati, che impegna il vincitore economicamente a favore del Comune.
Inoltre è inspiegabile come un’Amministrazione Comunale non supporti quelle associazioni o quegli enti di promozione sportiva, come il nostro, che hanno dimostrato addirittura in maniera ufficiale la volontà di investire anche proprie risorse economiche per la riqualificazione di aree pubbliche o impianti sportivi abbandonati al degrado, come oggettivamente accaduto.
Stanchi di tutto ciò ci chiediamo pertanto qual è la posizione che l’Amministrazione Comunale ha nei confronti della promozione sportiva? Chi decide sulla vita delle Associazioni? Qual è il metro? Qual è il criterio per il quale si può dire “tu sei meritevole di considerazione e tu no”?
Del resto al Comune di Melfi è lampante come non sia nemmeno chiara la differenza tra Associazione Sportiva Dilettantistica ed Ente di Promozione Sportiva, dove spesso la prima realtà viene equiparata se non addirittura valutata in maniera superiore rispetto alla seconda.
Al Comune di Melfi, inoltre, non è chiara nemmeno la differenza tra chi fa Sport con intenti personali o prettamente economici, da chi fa vera promozione sportiva, realizzando eventi aperti a tutti, mettendo in campo proprie risorse, proprie attrezzature e proprie comprovate professionalità.
Chi a Melfi fa Sport con il vero intento di promuoverlo è stanco e non ha più voglia di assistere a questo lassismo ed a questo modus operandi “anarchico”, dove quello che vale oggi, non vale più domani e dove quello che vale per tizio, non vale per caio.
È giunto davvero il momento di avere risposte serie!
Chiediamo in primis rispetto, soprattutto per la nostra storia, per quanto dimostrato dal lontano 1953, per il nostro operato prettamente basato sul volontariato e perché malgrado tutto non ci fermiamo mai, per il bene di questa nostra città e del nostro territorio, mettendo le nostre capacità e mezzi a disposizione delle parrocchie, del mondo scolastico, della società civile, ecc.
Chiediamo rispetto per noi e per le 30 società di Melfi e del Vulture-Melfese a noi affiliate con circa 2500 tesserati, che confidano nel nostro operato e per le quali siamo punto di riferimento e di sostegno.
Ora esigiamo una vera programmazione, trasparenza, regole certe che valgano per tutti e che i “curricula” vengano presi in considerazione per quello che realmente sono, del resto Melfi non è una metropoli, ci conosciamo tutti e si conosce il vissuto di ogni singola realtà associativa”.