LUCA, REGISTA LUCANO, VINCE UNO DEI MAGGIORI FESTIVAL CINEMATOGRAFICI AMERICANI!

Il regista potentino Luca Nappa, dopo il Premio Rai Cinema Channel del Giffoni Film Festival 2018, ha bissato il successo vincendo anche il Grand Prize del Rhode Island Film Festival 2018, uno dei maggiori festival cinematografici USA affiliato con l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences per il cortometraggio e quindi vetrina ufficiale per eventuali nomination all’Oscar.

E’ ancora il suo cortometraggio Warriors of Sanità (Guerrieri della Sanità ) prodotto da Diego D’Ambrosio per Uncoso Factory e London Film School, ad essere premiato nel Festival classificato tra i dieci migliori festival del cinema negli Stati Uniti.

Il film  ambientato nella città di Napoli nel quartiere Sanità, racconta la storia di due bambini, Francesco e Vincenzo, che credono di aver trovato un mutante con poteri magici.

L’uomo misterioso vagava per il loro quartiere, “la Sanità”, e i due ragazzi lo hanno convinto a seguirli a casa, sicuri che nasconda qualcosa di speciale.

Il Rhode Island Film Festival è uno degli eventi festivalieri di maggior interesse degli Stati Uniti. Ogni anno vengono proiettate circa 300 pellicole provenienti da oltre 75 paesi di tutto il mondo.

Lo scorso anno ha avuto 125 World Premiere. Il festival è affiliato con l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences per il cortometraggio, risultando una vetrina ufficiale, per questo formato, per eventuali nomination all’ Oscar.

Il festival è dedicato alla creazione di opportunità per “l’interazione artistica e lo scambio tra registi indipendenti, registi, produttori, distributori, sostenitori e la comunità cinematografica”. È un rifugio sicuro per tutti i registi indipendenti, un luogo in cui possono nascondersi da tutti gli effetti CGI esagerati e reinterpretazioni di alto livello dei film classici.

Spiega Luca Nappa:

“L’idea del racconto è nata guardando un film inglese di qualche anno fa, Attack the Block (Joe Cornish, 2010) passato abbastanza inosservato all’uscita nelle sale e poi diventato nel tempo un piccolo cult.

Il film racconta la storia di una gang di ragazzi della periferia di Londra che si ritrova ad affrontare un’invasione aliena. Dopo averlo visto mi sono chiesto spesso cosa sarebbe successo se un’idea del genere fosse stata applicata ad una periferia italiana e quali equivoci e soluzioni interessanti ne sarebbero potute nascere.

Lo sviluppo di questa idea si è poi andata ad intrecciare, nel tempo, con un altro tema, quello di una comunità che reagisce all’arrivo di uno straniero. Nella storia vediamo i due bambini protagonisti, con il loro punto di vista ancora puro e non avvelenato da pregiudizi, reagire a questo incontro con forte ottimismo. Purtroppo per loro però, non tutte i personaggi presenti nella storia avranno i mezzi per reagire con tanto calore.

Nel film c’è moltissimo sud e tanta Basilicata e non poteva essere altrimenti.

Il Rione Sanità e i suoi abitanti hanno mostrato nei nostri confronti una capacità di accoglienza e di generosità che è andata oltre le nostre più rosee aspettative. Chiunque abbiamo incontrato nel quartiere, durante i mesi spesi alla Sanità, si è messo a nostra disposizione, offrendoci qualsiasi cosa potesse esserci utile e mostrando grande entusiasmo per un progetto che raccontava una storia diversa sul loro quartiere. Senza i residenti del Rione non avremmo mai avuto accesso ad alcune delle splendide location in cui abbiamo girato e il film non sarebbe stato lo stesso.

Nel film c’è anche tanta Basilicata ed è in tutto ciò che ha a che fare con i piccoli dettagli della vita del protagonista che spero lo abbiano reso un personaggio più profondo con cui potersi immedesimare. Per sviluppare questi aspetti, non ho potuto che prendere ispirazione da esperienze personali, ricordi e speranze condivise con amici e parenti durante gli anni della mia infanzia a Potenza.

Nel cercare di raccontare il punto di vista di un bambino di una periferia del Sud Italia che si ritrova ad affrontare una situazione fuori dal normale, ho per forza di cose dovuto prendere ispirazione dal punto di vista che conoscevo meglio, ossia il mio e quello di chi mi ha accompagnato in questi anni. Potenza e la Basilicata sono quindi, anche se indirettamente, la spina dorsale che regge tutta la storia”.

I nostri complimenti a Luca per quest’altro successo.