Lucani nel mondo: “ora bisogna darsi una mossa per incentivare il turismo di ritorno e il turismo delle radici”. I dettagli

“L’elezione del nuovo Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, a cui facciamo i nostri auguri di buon lavoro, porta con se anche la nomina del nuovo Presidente della Commissione Regionale dei Lucani nel Mondo.

Un mondo che il Presidente Pittella, per la verità ben conosce ma a cui vanno evidenziate in questo avvio di attività, alcune questioni per noi importanti.

Complice una confusa gestione di questo mondo, siamo a quello che da tempo avevamo indicato come un ritorno all’anno zero, a quando cioè mancava una rete di rapporti e di cointeressenze funzionali a tenere viva la memoria della nostra lucanità nel mondo, che le nostre associazioni continuano a tenere in prima fila solo per la volontà di quelli che chiamerei veri e propri cirenei, stante il silenzio assordante e rumoroso a livello istituzionale.

Ma anche perché nuove forme di emigrazione sono da analizzare e da esaltare

Un contributo di idee e di coinvolgimento lo abbiamo sempre dato in maniera disinteressata, anche attraverso il ricordo della memoria di quelli emigrati che si annoverano tra i Settecentomila lucani tra prima e seconda generazione, oltre il doppio con terze e quarte generazioni su un totale di quasi 7 milioni di italiani residenti altrove e poco più di 141 mila lucani iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani all’estero.

La fotografia dei Lucani nel Mondo, che in pochi anche a livello istituzionale conoscono, è questa.

Ma c’è un mondo fatto di italiani che si incontrano e che non vivono più nei recinti della loro identità regionale ma sono contaminati e definitivamente integrati nei paesi che li ospitano.

Questo è il senso nuovo da dare al sistema migratorio facendolo diventare opportunità di conoscenza e di riscoperta delle proprie radici e dei propri comuni destini.

Ora bisogna darsi una mossa partendo dal principio che i primi flussi turistici sono quelli relativi al turismo di prossimità e che si stanno registrando flussi di rientro di italiani e di lucani, dall’estero, appare opportuno evidenziare l’esigenza di talune misure aggiuntive, sulle quali siamo pronti ad affrontare il tema a livello di singole regioni, seguendo lo schema e le indicazioni emerse dai confronti avuti con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero su input del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.

La nuova frontiera anche per i Lucani nel Mondo è quella del TURISMO DI RITORNO e del TURISMO DELLE RADICI – ma intanto il Museo dell’Emigrazione Lucana, fiore all’occhiello delle nostre azioni nel passato, resta inspiegabilmente ed immotivatamente chiuso da ben 4/5 anni nonostante registrasse migliaia di visitatori soprattutto d’estate con una struttura dirigente votata a ben altro con un ritorno al passato nostalgico per scrivere una storia già scritta da tanti.

Su questo la CRLM non ha battuto un colpo nemmeno ipotizzando un’azione dedicata agli italiani emigrati all’estero e ai loro discendenti per dare l’opportunità di tornare e di conoscere il Paese di origine dei genitori o dei nonni e per ritrovare le proprie radici, per riscoprire origini e storie familiari, territori di provenienza, tradizioni culturali, prodotti artigianali ed eno-gastronomia del territorio, ma anche per essere messi in contatto con le istituzioni pubbliche statali e non statali che fanno formazione di livello universitario e alta formazione artistica e musicale in Italia.

Un’occasione che la Basilicata non può perdere mentre altre regioni lavorano alacremente.

  • Mantenere relazioni stabili e non episodiche con la nuova emigrazione.
  • SVILUPPARE RETI DI INTERAZIONE SOCIALE, CULTURALE, ECONOMICA PER LO SVILUPPO DELLE AREE DI ESODO.
  • Incentivazione al rientro di emigrati come fattore di contrasto al declino demografico e come sostegno allo sviluppo locale: 1) Nello scenario di competizione internazionale realizzata anche attraverso politiche di attrazione di immigrazione selezionata (es. Gran Bretagna, Germania, Australia), il rientro di nostri giovani emigrati costituisce una opzione importante per recuperarne le competenze e per contrastare il declino anche demografico delle aree internazionale e regionale per l’emigrazione.

Un’opportunità che può servire a sollecitare e favorire il riavvicinamento delle nostre comunità estere alla terra di origine. Non è più il tempo della nostalgia ma della rinascita lucana oltre ogni confine.

Saremo ben lieti di rappresentarle, quando vorrà, tali questioni”.

Così scrive Luigi Scaglione, Presidente Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo.