116 anni fa oggi nasceva Carlo Levi, una delle personalità più illustri del Novecento.
Carlo Levi nacque a Torino il 29 Novembre del 1902 ma fu lucano di adozione.
Si laureò in medicina, ma nutrì svariati interessi culturali, dalla pittura (nel 1929 fece parte del gruppo dei pittori di Torino) alla letteratura.
Nel 1931 aderì al movimento Giustizia e libertà dei fratelli Rosselli.
Venne arrestato per attività antifascista nel 1934.
Dopo un secondo arresto, nel 1935 Levi fu confinato in Lucania, nel paese di Aliano (MT).
Qui venne a contatto con la realtà del Mezzogiorno d’Italia, a lui del tutto sconosciuta; e qui ambientò il suo romanzo più noto, Cristo si è fermato a Eboli (scritto durante la guerra e pubblicato nel 1945).
Ecco un passo tratto da questo celebre romanzo:
“Cristo è sceso nell’inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell’eternità.
Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso.
Cristo si è fermato a Eboli”.
In “Cristo si è fermato a Eboli” Levi denunciò le condizioni di vita disumane di quella popolazione contadina, dimenticata dalle istituzioni dello Stato, alle quali “neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta”.
La risonanza che ebbe il romanzo mise in ombra la sua attività di pittore: ma la stessa pittura di Levi fu influenzata dal suo soggiorno in Basilicata (sotto il fascismo chiamata Lucania), diventando più rigorosa ed essenziale e fondendo la lezione di Modigliani con un sobrio, personale realismo.
Nel 1979 il romanzo fu adattato per il cinema e la televisione da Gillo Pontecorvo e Francesco Rosi: il ruolo di Carlo Levi fu interpretato dall’attore Gian Maria Volonté.
Nel 1936 il regime fascista, sull’onda dell’entusiasmo collettivo per la conquista etiopica, gli concesse la grazia, e lo scrittore si trasferì per alcuni anni in Francia, dove continuò la sua attività politica.
Prese parte alla Resistenza poi dopo la Liberazione, Levi mantenne le sue numerose collaborazioni giornalistiche; nel 1950 pubblicò “L’orologio” e nel 1955 “Le parole sono pietre”, una raccolta di reportages.
Non interruppe intanto la sua notevolissima attività di pittore neorealista (nel 1954 espose in una sala alla Biennale di Venezia).
Nel 1964 raccolse nel volume “Tutto il miele è finito” le esperienze nate da una permanenza in Sardegna.
Nel 1963 e 1968 venne eletto al Senato come indipendente nelle file del Pci.
Morì a Roma nel Gennaio 1975.
La salma dello scrittore torinese riposa nel cimitero di Aliano, dove volle essere sepolto per mantenere la promessa di tornare, fatta agli abitanti lasciando il paese.
In realtà, Levi tornò più volte in terra di Basilicata nel secondo dopoguerra.
Ne sono testimonianza le numerose foto custodite nella pinacoteca dedicatagli nel comune di Aliano che lo ritraggono nelle varie località della provincia di Matera assieme a suoi amici personali e assieme agli stessi personaggi protagonisti del suo libro più famoso.
Ad Aliano è stato realizzato il Parco letterario Carlo Levi che promuove numerose iniziative legate alla memoria dello scrittore e pittore torinese, come i viaggi sentimentali nei luoghi legati al confino di Levi, e giornate di degustazione di prodotti tipici.
Inoltre ogni anno si svolge ad Aliano il Premio letterario nazionale Carlo Levi.