Ispirazione e talento, immagini fantastiche e un’importante eredità.
Mariagrazia Albis, giovane promessa letteraria di Rapolla, può essere descritta così.
Scrittrice appunto, ma anche giornalista e pallavolista professionista, e anche un trascorso nel mondo farmaceutico.
E con la pubblicazione del suo primo libro di racconti “Le marionette della mente” ci svela i suoi segreti, le sue passioni e un percorso esistenziale in cui l’amore per la scrittura ha rappresentato la più alta costante.
Mariagrazia, questo primo libro di racconti è il risultato di un lungo lavoro.
“Può essere considerato il punto di arrivo di un percorso complesso, fatto anche di momenti di pausa dalla scrittura. Non è il frutto di un lavoro costante e condensato in un limitato periodo di tempo, ma rappresenta tante fasi della mia vita. C’è sicuramente un inizio e risale a quando avevo 11 anni.
Cosa è successo?
“Ho partecipato al concorso letterario “Le formiche di Puglia” con il racconto “Il mio alter ego“. Non avevo mai partecipato ad una competizione per scrittori, non avevo mai scritto prima di allora. Anche mia sorella, più grande di 9 anni, partecipò. Mia madre aveva delle perplessità sulla mia candidatura, non perché non credesse in me ma perché sembrava tutto così in fretta e poco costruito. Mia sorella inoltre era più navigata di me. Alla fine io vinsi e lei no. Da quel momento è cambiato tutto. Ho partecipato a diversi concorsi letterari ricevendo premi, riconoscimenti. Era dunque quella la strada da seguire”.
Che ti ha portata alla pubblicazione del libro.
“Sono 11 racconti del genere horror psicologico. Le storie hanno come elemento comune il disagio psichico, arricchito da ulteriori elementi surreali e paradossali che fanno da cornice all’immaginario dell’orrore. Ma c’è sempre una spiegazione logica a tutto ciò che accade. Eliminando le sovrastrutture e le tinte scure, resta una chiave di lettura che spesso sfocia nel contesto sociale in cui viviamo. Alcuni dei protagonisti non sono cattivi, tuttavia la loro mente si corrompe. Ecco perché ho scelto questo titolo “Le marionette della mente“: i personaggi sono burattini mosse dai fili di una mente perversa, non hanno personalità, sono dei fantocci schiacciati dal rivolgimento delle situazioni. Dal suicidio all’abuso di alcool, traccio una fotografia delle fragilità mentali”.
Come mai questo genere?
“Premetto di non essere una fan dei film horror, molti tendono a confondere il genere cinematografico con quello letterario. Anzi ho il terrore dei fim horror! I miei punti di riferimento sono Edgar Allan Poe, Stephen King, Dan Brown. Ma al di là delle influenze letterarie sin da piccola ho sempre avuto una fantasia ispirata a queste tematiche. All’inizio ero preoccupata, per una bambina di 11 anni scrivere racconti dell’orrore non era molto comune. Però le esperienze alle varie competizioni letterarie mi hanno tranquillizzata, anche il confronto con gli altri mi ha permesso di capire che l’ispirazione e la fantasia sono dei mondi che tutti abbiamo, pur con delle sfumature diverse”.
E in questo la famiglia ha giocato un ruolo fondamentale?
“Mio padre, che è scomparso quando avevo 10 anni, è stato un poeta nonché un divoratore di libri. Mi ha trasmesso con spontaneità l’amore per la letteratura. Dopo la sua morte ho sentito l’importanza di un’eredità che era viva in me e pertanto mi sono impegnata a scrivere. Mia madre è diventata la prima lettrice dei miei racconti, se sono arrivata fin qui è anche grazie a lei”.
Ogni scrittore ha un proprio metodo di scrittura.
“Il mio è quello di scrivere con carta e penna, nella mia stanza, isolata dal resto. Ma non è un’operazione costante. Bisogna aspettare che l’ispirazione comunichi qualcosa, solo allora vengono fuori i racconti. Ho vissuto anche lunghi periodi di pausa. Tre anni fa per esempio avevo problemi di salute che mi costringevano a rinunciare alla scrittura (e ad altre cose). Mia zia, per tirarmi su di morale, decise di inviare a mia insaputa un racconto presso una casa editrice. Dopo poco la casa mi contattò congratulandosi e chiedendo una pubblicazione. È stato un momento significativo per me, di lì a breve ho ripreso a scrivere”.
Il genere horror resta quello privilegiato oppure ci sono sconfinamenti?
“Scrivo anche racconti a sfondo storico. Proprio in questo momento sono impegnata su una serie di storie ambientante nella Basilicata dell’800. Anche qui si tratta di un lungo lavoro che un giorno porterò a termine”.
Mariagrazia Albis ha sicuramente tanto da raccontare. Le sue immagini letterarie dimostrano che la fiamma dell’ispirazione c’è e si alimenta grazie ad un talento che tutti dobbiamo conoscere.
C’è chi trasmette emozioni con la musica, chi con la danza. Mariagrazia ha seguito le orme della scrittura, proprio come suo padre.
Perché l’eredità passa anche dal cuore.
Di seguito la copertina del libro “Le marionette della mente” che ricordiamo può essere acquistato online in versione sia cartacea che in ebook. Presto Mariagrazia farà anche una presentazione ufficiale del suo libro.