Riceviamo e pubblichiamo una nota di Giuseppe Brescia, ex Parlamentare e già Sindaco di Melfi, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Nino Calice:
“Martedì 14 settembre 2021 ricorre l’anniversario della scomparsa di NINO CALICE, dirigente politico del PCI e del riformismo lucano, uomo delle istituzioni, storico e figura antifascista.
Aveva solo 60 anni quando il 1997 un male incurabile lo portò via alla sua famiglia, a tutti noi che lo abbiamo avuto come maestro di politica e di democrazia partecipata, alla sua Rionero in Vulture, al nostro territorio e a tutta la Basilicata.
Titolare di cattedra al Liceo Classico “Q.Orazio Flacco” di Potenza, diventa subito protagonista del grande movimento rivendicativo regionale del 1970 noto come il “Febbraio lucano”.
Pochi mesi dopo diventa Consigliere Regionale della Basilicata, insieme agli altri eletti del PCI del melfese, Gianpaolo Nitti (purtroppo tragicamente scomparso lo stesso giorno dell’elezione), Elio Altamura, Michele Strazzella.
Nino partecipa attivamente alla redazione unitaria, con tutte le forze politiche consiliari, del primo Statuto della Regione.
Nel 1976 viene eletto Sindaco di Rionero in Vulture e subito dopo alla Camera dei Deputati.
Nel 1979 è eletto Senatore della Repubblica nel Collegio di Melfi, ricoprendo la carica di vicepresidente della “Commissione speciale per il terremoto” del 1980.
Rieletto al Senato nel 1983, è responsabile per il Pci dell’importantissima Commissione Bilancio, ricoprendo anche ruoli in Europa.
Nelle elezioni politiche del 1987 ho l’onore di prendere il suo posto in Parlamento, mentre Nino entra a far parte, quale rappresentante per il Pci, del “Comitato di gestione dell’Agenzia per il Mezzogiorno”.
Il sen. Calice unisce alla sua brillante e fervida attività politica anche quella di studioso e storico della terra lucana e di profondo conoscitore delle problematiche politiche, economiche e sociali del Sud d’Italia.
Fondatore e animatore del Centro Studi “Giustino Fortunato” e del “Centro Annali per una storia sociale della Basilicata”, svolge il ruolo di guida nelle attività di ricerca e approfondimento per la costruzione di una identità regionale moderna, lontana dalle politiche assistenzialistiche, secondo i principi del riformismo politico del PCI, condiviso con Giorgio Napolitano, Gerardo Chiaromonte, Emanuele Macaluso, Abdon Alinovi, Napoleone Colajanni jr., Franco Calamandrei, Paolo Bufalini, Andrea Geremicca, Umberto Ranieri ed altri.
Scrive tantissime opere di Storia, Politica ed Economia per una serie di casi editrici, fino a fondare nel 1992 una casa editrice che porta il suo nome.
Nino Calice è un altro “monumento della Politica” dell’area nord della Basilicata, una intelligenza mai settaria e un convinto sostenitore dell’unità della Sinistra e di tutto il territorio del Vulture – Melfese.
Anche per questo è sempre stato un punto di riferimento per la formazione e la costruzione della classe dirigente del Pci in Basilicata e delle generazioni successive.
Un ricordo personale che mi riporta al 1988 quando venni eletto in Consiglio comunale Sindaco di Melfi, con una Giunta monocolore comunista appoggiata dalla Democrazia Cristiana.
Nino Calice non era d’accordo sulla decisione presa, perché contrario alla rottura politica, per fatti programmatici, con il Partito Socialista.
Tuttavia, non mi volle mai far mancare il suo appoggio politico ed ideale e mi fece da testimone, insieme alla compianta Marina Sinigaglia, al giuramento di fronte al Prefetto di Potenza.
Aveva ragione lui ed avevamo ragione noi. La storia di allora è servita a costruire le basi di un moderno partito riformista come il PD, che rappresenta l’incontro di sensibilità politiche aventi radici profonde nei valori ed ideali democratici ed antifascisti delle grandi forze della Sinistra e del cattolicesimo democratico, alternativo alla destra sovranista, nostalgica e populista che si vede in giro.
Grazie Nino per i tuoi insegnamenti e per quanto hai fatto e dato alle nostre comunità.
E’ un onore per me oggi ricordati, convinto che la tua memoria e la tua opera resteranno indelebili nella storia della Basilicata.
Ciao Compagno, ciao Maestro”.