Prende sempre più piede a Melfi ed in tutto il territorio del Vulture il camminare lento che è tipico degli escursionisti ma che trova nella sede Cai di Melfi un punto di riferimento forte e necessario, in considerazione delle tantissime iniziative che riescono a mettere in cantiere.
Una attività che irradia il suo impegno sul territorio e che sta coinvolgendo sempre più persone: adulti e famiglie ma anche molti giovani, allettati dal camminare insieme, condividendo l’amore per la scoperta e per la natura.
Il tutto confermato anche dall’appuntamento concretizzato con una folta partecipazione nella scorsa Pasquetta, con l’iniziativa “Antiche vie romane e masserie”.
Si è trattato di un percorso di 15,5 km nella zona che è andato alla scoperta di una serie di masserie fortificate, ville romane e grotte presenti nell’area che ha nello stabilimento Stellantis il suo culmine tecnologico e produttivo.
Allo stesso tempo questo percorso ha permesso a tanti di poter fare un interessantissimo tuffo nel passato, in una vita diversa, fortemente agricola ma che è stata anche in grado di trasferire una serie di resti storici e vestigia di gran pregio, come confermato dal tour che il Cai di Melfi ha realizzato in collaborazione con l’Archeoclub.
Una scoperta, il cosiddetto “basso melfese” che ha tanto di moderno, come appunto il polo automotive di San Nicola di Melfi.
Tuttavia proprio quest’ultimo è immerso in una natura rigogliosa che, di tanto in tanto, permette di incontrare ed anche scoprire antichi siti, ponti fantastici tra quel periodo ed il nostro, per un tuffo tra passato glorioso e presente.
L’occhio è rivolto anche al futuro se questi siti saranno recuperati e valorizzati in un percorso specifico delle masserie come ha fatto il Cai di Melfi tra Mendolecchia e Leonessa.
Leonessa, frazione di Melfi, è e resta un borgo attivo ma con un suo essere centro produttivo ed abitativo per tanti che lì vivono, lavorano, amano la terra e creano occasioni di crescita anche per i figli.
Masserie fortificate con alcune di tipica ispirazione federiciana, altre romane con all’interno resti di pavimenti di pregio o con strutture ancora intatte e già presenti in pubblicazioni degli anni ’30 del 900: queste alcune scoperte della giornata.
La camminata è proseguita verso le Grotte del Gambino dove vi è una villa romana visibile ma mai scavata per riportarla alla luce in maniera completa.
Poi si è transitato per Camarda Vecchia, parte terminale di un tratturo che arriva dalla vicina Irpinia e che si interseca, come illustrato durante l’escursione, col famoso “Tratturo Regio” che da Melfi arriva fino a Castellaneta, in Puglia, utilizzato come stazione di posta, ristoro per chi vi transitava, riparo per le greggi che si spostavano per la transumanza, già a partire dal 3° secolo A.C..
Tutt’intorno resti di altri insediamenti, neolitici, romani, successivi, con alcune strutture in totale abbandono ma che, con l’escursionismo e la passione di tanti per il camminare lento nella natura ed il loro andare a caccia di storia e reperti di un tempo andato, possono essere riscoperti, recuperati ed anche valorizzati, creando un’attrattiva turistica, tra ieri e oggi, anche grazie al camminare insieme del Cai.
Ecco le foto della giornata.