Il Sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione, interviene sulla questione “Cava di Monte Crugname”:
“È bene subito chiarire che, da quando io sono Sindaco, il Comune non ha dato alcuna autorizzazione né parere in merito al procedimento autorizzatorio relativo alla coltivazione mineraria di quarzareniti avviata nel lontano 2015 dalla società Costantinopoli srl.
In questo tipo di autorizzazioni il Comune esprime una semplice attestazione urbanistica come ha fatto in data 07.11.2017 con nota prot.0029014.
Ciò detto e ribadito, mi auguro una volta per tutte, proviamo a fare un ulteriore chiarimento.
L’Amministrazione Maglione intende tutelare ogni aspetto paesaggistico, storico, archeologico del nostro territorio senza se e senza ma.
Siamo in un momento in cui occorre, più che mai, informare e non disinformare se si vuole ottenere il risultato della coesione e della condivisione da parte dell’intera comunità cittadina.
In data 04.05.2022 la Regione ha adottato la delibera di Giunta n.253/2022 con la quale ha espresso il Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale ed ha rilasciato l’Autorizzazione mineraria e l’Autorizzazione alle emissioni in atmosfera limitatamente alle sole prime due fasi di coltivazione (primo stadio autorizzativo).
Subito dopo l’adozione di questo atto, il giorno dopo, ho inviato una nota pubblica con la quale così mi sono espresso: “chiedo di revocare la suddetta delibera di giunta, e la riapertura dell’istruttoria per consentire alla Soprintendenza, con la quale ho già interloquito, di esprimere compiutamente il parere di propria competenza, possibilità di fatto negata in questo momento”.
Il giorno successivo,06.05.2021, insieme al Vicesindaco Vincenzo Castaldi, ho incontrato l’assessore regionale all’ambiente, Cosimo Latronico, in carica da pochi giorni, al quale ho rappresentato che già con nota del 18/03/2022 io stesso avevo formalmente chiesto alla Regione di “rivedere” il verbale del CTRA (Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente) con il quale il 27.10.2021 veniva confermato il parere positivo al rilascio del Giudizio Favorevole di Compatibilità Ambientale, all’Autorizzazione mineraria e all’Autorizzazione alle emissioni in atmosfera limitatamente alle sole prime due fasi di coltivazione.
Più specificatamente ho chiesto di procedere ad una nuova convocazione della Soprintendenza per poter stabilire in via definitiva i tempi necessari per acquisire il parere in ordine all’apposizione del vincolo archeologico ai sensi del DM 22/12/1983 che configurerebbe anche l’interesse paesaggistico della zona ai sensi dell’art.142 c.1 lett. m del D.Lgs. 42/2004.
In questa nota ho sostenuto la necessità che le Istituzioni, difronte ad iniziative imprenditoriali di forte impatto ambientale, procedano al governo dei legittimi interessi del privato e del pubblico con rigore, equilibrio e buon senso.
Due giorni fa l’assessore regionale Latronico ha diffuso un comunicato con il quale ha ribadito, evidentemente a seguito delle interlocuzioni intercorse con il nostro comune, di aver chiesto alla dott.ssa Luigina Tomay (Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, succeduta lo scorso 15 novembre, a Francesco Canestrini) di attivare quanto necessario per definire, anche con riferimento al Piano Paesaggistico in itenere, i perimetri delle aree classificate Beni Paesaggistici – come aree di valore paesaggistico legate anche alle testimonianze archeologiche della presenza antropica nei territori – con specifico riferimento all’area nord della Basilicata, ad iniziare dal Comune di Melfi.
Non è la politica urlata che può risolvere questi temi.
Occorre essere uniti, seri e trasparenti.
Non abbiamo nulla da nascondere, siamo convinti che ogni azione, confronto o atto devono essere leali, trasparenti e realmente tesi a raggiungere l’obiettivo.
Questa è l’ottica con cui l’Amministrazione agisce ed agirà”.