Oggi, 9 Febbraio, Melfi (PZ) celebra Sant’Alessandro Patrono.
Difficile individuare un Alessandro preciso, dato che nell’elenco dei santi ve ne sono tantissimi.
Il 9 Febbraio si commemorano ben due Sant’Alessandro e, come se non bastasse, sono diversi quelli con il suddetto nome martirizzati nello stesso periodo.
Probabilmente si tratta della stessa persona che poi la storia e la tradizione popolare hanno reinventato per generare nuovi racconti.
Addirittura esistono diversi corpi di Sant’Alessandro custoditi nei vari luoghi di culto, problema in realtà comune alle reliquie.
Quello che si festeggia a Melfi è, probabilmente, il Sant’Alessandro martirizzato a Bergamo il 26 Agosto 306.
Era un soldato romano della Legione Tebea (composta cioè da soldati egiziani) capeggiata da un altro santo, Maurizio.
A questi soldati era stato ordinato di perseguitare i cristiani, ma essi rifiutarono, essendo essi stessi cristiani.
Molti furono uccisi e tra i pochi che si salvarono c’era anche Alessandro che fuggì nel nord Italia.
Successivamente venne riconosciuto e catturato a Milano, ma riuscì nuovamente a scappare e a riparare a Bergamo.
Qui convertì numerosi cittadini, prima di essere nuovamente scoperto e, infine, decapitato, il 26 Agosto 306, nel luogo dove sorge oggi la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna.
Quanto alla scelta di elevarlo a santo patrono di Melfi, lo studioso e concittadino Gennaro Araneo descrive nella sua opera Notizie storiche sulla città di Melfi (1866) i fatti che hanno portato a questa curiosa adozione, avvenuta nei primi anni del 1600:
“È stata sempre costante tradizione, che bramando i cittadini di Melfi eleggersi un Patrono principale, ne fecero istanze a Roma, dove furono posti in un’urna una moltitudine di schede coi nomi di vari Santi per cavarne a sorte il nome di colui, che il Signore Iddio destinato avrebbe alla tutela della città: e ne uscì quello di Santo Alessandro martire.
Ciò non piacque perché di questo Santo non se ne conosceva la vita e le gesta, per cui la scheda fu di nuovo gettata nell’urna, che agitata, nell’estrarne un’altra scheda, con sorpresa si osservò essere la stessa di S. Alessandro. Fu ripetuta quest’operazione una terza volta e lo stesso nome si osservò segnato; per cui si vide chiaramente che il Signore Iddio questo Santo designato aveva per protettore di Melfi, per cui fu prescelto.
Ed in verità sempre si è osservata la particolare protezione, che in ogni rincontro ha mostrata per la città e per coloro che l’invocano”.
Un segno della divinità, dunque, ha condotto i cittadini ad affidarsi a questo sant’uomo, facendo sì che le sue reliquie venissero trasferite dalle catacombe romane di San Callisto fino a Melfi, nella Basilica Cattedrale (che ancora le custodisce).
Facciamo gli auguri a tutti coloro che portano il suo nome.