Con entusiasmo Domenica scorsa oltre 160 escursionisti provenienti da più parti della Basilicata, hanno partecipato alla Festa Regionale della Montagna sul Monte Vulture, concludendo così i due giorni che il CAI Gruppo regionale e quello di Melfi hanno voluto dedicare alla valorizzazione della montagna e al rapporto tra CAI e il Parco Regionale del Vulture, finalmente istituito.
Due catene umane, partite da Rapolla e da Melfi, si sono inerpicate tra i boschi della montagna per seguire i sentieri che portano fino al Rifugio Monte Vulture, a 1280 metri s.l.m., lungo un percorso di circa tre ore e con un dislivello di 600 metri, affrontato senza difficoltà.
Tanti “camminatori”, giovani, anziani, bambini dei Comuni della zona e della Basilicata, che hanno potuto ammirare le nostre bellezze naturali e, dall’alto, i meravigliosi paesaggi circostanti.
Sul Rifugio Monte Vulture, prima del momento conviviale, la Presidente del CAI Lucrezia Croce ha rivolto un saluto ai numerosi partecipanti e alle autorità istituzionali presenti, ha ringraziato i volontari e gli sponsor che hanno permesso la riuscita dell’evento ed ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra con i Comuni e con il Parco per realizzare una sentieristica accessibile e sicura per il cammino degli amanti della montagna.
Si è associato ai saluti Vincenzo De Palma, Presidente CAI Basilicata, al quale il Commissario del Parco regionale del Vulture, Franco Ricciardi, ha assicurato la volontà di sottoscrivere una convenzione col CAI stesso, proprio per la gestione dei sentieri montani.
A concludere la giornata, le lieti note musicali del Gruppo Etnico Folkloristico di San Fele.
La Festa sul Monte Vulture è stata la conclusione del ragionamento iniziato il giorno prima, Sabato 22 Settembre presso il Centro culturale Nitti di Melfi, durante il convegno sulle attività del Parco e sul ruolo del CAI nell’ambito della sentieristica e della tutela ambientale.
Qui, dopo i saluti della la Presidente CAI di Melfi Lucrezia Croce, è seguito un interessante e proficuo confronto a più voci – associazionismo e volontariato, mondo scientifico ed universitario, carabinieri forestali, rappresentanti istituzionali e politici – coordinato da Vincenzo De Palma, Presidente CAI Basilicata.
Michele Arcangelo Moscaritolo, vicepresidente CAI Basilicata, introducendo i lavori, ha ricordato la storia italiana e lucana del Club Alpino e il ruolo di Giustino Fortunato, uno dei fondatori del CAI e profondo conoscitore e difensore del nostro territorio montano, nell’educare e formare generazioni di escursionisti, vere sentinelle della montagna.
E’ seguita la brillante relazione del prof. Renato Spicciarelli dell’Unibas che, approfondendo l’aspetto naturale dei Laghi di Monticchio e del ruolo antropico nella zona (ad esempio, l’azione produttiva e socio-culturale dell’ antica famiglia marchigiana dei Lanari che ha avviato profonde trasformazioni agro-zootecniche e di valorizzazione e commercializzazione delle acque minerali), ha sostenuto l’importanza dell’istituzione del Parco per la corretta valorizzazione del Vulture, della sua biodiversità, del suo patrimonio floro-faunistico ed archeologico.
Dopo Bruno Nicola, Presidente CAI di Lagonegro, che ha riportato l’esperienza del Parco del Pollino, è intervenuto il Colonnello Angelo Vita del Comando Regionale Carabinieri Forestali che ha parlato del compito del suo corpo nella tutela dell’ambiente ed ha apprezzato la realizzazione della Festa Regionale della Montagna, una iniziativa che richiama l’impegno passato dello Stato che, già dal 1952, faceva di questa festa e quella degli alberi, occasioni di legame tra popolazioni e natura.
Il convegno è stato concluso dall’Assessore regionale all’Ambiente Francesco Pietrantuono la cui volontà è stata determinante per l’approvazione della legge istitutiva del Parco.
Pietrantuono ha dichiarato:
“Una scommessa da vincere ancora col coinvolgimento dei cittadini, dei Comuni del Parco, delle associazioni di volontariato come il CAI.
E’ un lavoro lungo e faticoso, ma entusiasmante quello che ci attende che saprà dare frutti in termini di salvaguardia ambientale, ma anche di nuove possibilità occupazionali”.
Una iniziativa partecipata ed emozionante per l’esercito di escursionisti che hanno deciso di vivere questa esperienza immersi nella natura tra le bellezze naturalistiche del Monte Vulture.