Don Marcello Cozzi, Presidente dell’Associazione Interesse Uomo, ha alcuni studenti dell’Istituto Gasparrini di Melfi (PZ).
Tra gli argomenti affrontati, a tenere banco l’introduzione dell’Educazione Civica come disciplina scolastica:
“Con il nuovo anno scolastico, tra le mille incertezze legate all’emergenza pandemica, nelle scuole di ogni ordine e grado è tornato in vigore l’insegnamento dell’Educazione Civica, introdotto nei programmi scolastici per la prima volta sessant’anni fa da Aldo Moro.
L’Istituto Gasparrini di Melfi ha elaborato un percorso di studio fondato su quattro imprescindibili pilastri di Cittadinanza:
- la Costituzione;
- i Diritti umani;
- la sostenibilità;
- la consapevolezza digitale.
E proprio all’indomani della Giornata sovranazionale dei Diritti Umani, si è svolto il primo evento on line che ha visto la partecipazione di don Marcello Cozzi a una lezione un po’ speciale riservata agli studenti del corso CPIA (corso di Istruzione per gli Adulti) del Settore Alberghiero, coordinato dal docente di Diritto prof. Armando Racioppi”.
Con queste parole don Marcello, sacerdote lucano impegnato contro ogni forma di disagio sociale, sempre attento alla promozione dei valori di legalità e giustizia, ha aperto la sua lezione, dopo essere stato accolto dal Dirigente Prof. Carlo Massaro:
“Nelle nostre scuole c’era bisogno di quest’ora di Educazione Civica, che ci consente di parlare dei diritti umani e della Carta Costituzionale del nostro Paese.
Ricordo sempre ai ragazzi l’importanza della nostra Costituzione; li invito a leggere i primi 12 articoli e a impararne almeno uno a memoria; li invito a soffermarsi su quel verbo che ci riporta all’importanza della dignità umana: riconoscere.
Lo Stato riconosce attraverso la sua Carta Costituzionale i diritti naturali dei cittadini: il diritto al lavoro, alla salute, alla libertà, alla cultura, all’istruzione…”.
Sotto la moderazione del prof. Pasquale Robbe, don Marcello ha risposto alle numerose domande degli studenti, in un’atmosfera di emozione crescente.
Il sacerdote, che è stato vicepresidente di Libera, ha sottolineato l’importanza del ruolo che ognuno di noi è chiamato a testimoniare nella difesa del valore della legalità:
“Siamo tutti parte di un sistema, tutti responsabili e sentinelle della tenuta democratica della nostra società.
Anche noi preti siamo chiamati a vivere con passione questo impegno.
E vivere con passione significa sentirsi corresponsabili del mondo in cui si vive”.
Ha poi ricordato il modello di Gesù che si è sempre circondato di povera gente, di malati e bisognosi di ogni tipo.
Inevitabili poi i riferimenti a quanto i nostri territori stanno vivendo in questi giorni di emergenza.
Ha invitato tutti ad alzare il livello di guardia contro le infiltrazioni criminali che stanno aggredendo la nostra regione:
“C’è una realtà in Basilicata che vede sul lastrico molte aziende e molte famiglie.
Con i DCPM sono arrivati i ristori, certo, ma anche tanta burocrazia per gli imprenditori sempre più in difficoltà, con contributi da versare e stipendi da pagare.
È molto facile cedere alla vicinanza di presunti “amici”, che sembrano promettere aiuto disinteressato.
Ma nessuno dà niente per niente”.
Don Marcello parla di un problema che da Presidente di Interesse uomo, Fondazione nazionale antiusura, conosce molto bene.
Tante le tematiche affrontate, dalle infiltrazioni mafiose al gioco patologico.
La risposta però c’è ed è in una parola: cultura.
Don Marcello ribadisce con voce forte e chiara la necessità di formare le nuove generazioni a una sorta di resilienza, fiducioso del fatto che l’illegalità, nelle sue mille forme, si può e si deve sconfiggere, col cuore rivolto ai grandi testimoni come Peppino Impastato, Don Milani, Don Puglisi, Don Diana, Papa Francesco.
L’iniziativa, che ha riscosso grande successo tra i partecipanti, prevede altri incontri con alcune classi del Settore Tecnico e con gli studenti della Casa Circondariale, che su queste tematiche stanno già lavorando.
Ecco le foto.