Dopo le accuse lanciate ieri dal Capogruppo Alfonso Ernesto Navazio, del gruppo consiliare “Noi per Melfi”, intervenuto sulla riunione prevista oggi in Prefettura (con l’Amministrazione Comunale di Melfi sull’organizzazione e gestione del personale di Polizia Locale) la replica del sindaco non è tardata ad arrivare.
Il primo cittadino di Melfi, Livio Valvano ha replicato:
“Quella del ‘Sindaco unico capo politico del Personale’ è l ‘ultima baggianata espressione di una sindrome da campagna elettorale mai finita che assilla la mente del presunto capo dell’opposizione a Melfi.
Da due anni assistiamo ad una velenosa campagna denigratoria che punta ad impoverire, per fortuna senza riuscirci, il valore e l’immagine della nostra bellissima Città.
Diversamente non si spiega come possa tentare di trasformare una fisiologica divergenza interna trai funzionari responsabili dell’applicazione delle norme e del Contratto Collettivo di Lavoro ed i dipendenti destinatari della ovvia e necessaria applicazione degli Istituti contrattuali.
Ben venga la riunione con la Prefettura che può servire a chiarire le divergenze interpretative che comporta responsabilità contabili a carico dei funzionari.
Trasformare un fatto puramente amministrativo in un caso politico dove gli organi politici non hanno alcuna competenza è sintomo di ignoranza oppure di attitudine all’invasione di campo e all’abuso di ufficio.
Non è uno stile che ci contraddistingue perché noi rispettiamo le competenze e le prerogative esclusive degli Uffici e del Segretario Generale.
Evidentemente c’è chi soffre della cattiveria tipica del piccolo uomo ben descritta nell’aforisma che racconta dell’incontro tra un ignorante e Gesù Cristo.
Consapevole che ad ogni dono chiesto al Signore il suo vicino ne avrebbe ricevuto il doppio, il piccolo uomo invece di chiedere un dono per sé chiede di essere mutilato un occhio, con l’effetto di produrre la mutilazione di entrambi gli occhi del suo vicino.
Questo è lo spirito che anima l’opposizione a Melfi ma con un piccolo particolare, per fortuna, e cioè che il Signore, in questo caso il popolo, sa bene che non deve ascoltarli.
E non li ascolta perché sa bene che questa gente mente perché ha sempre avuto come unico scopo il conseguimento di interessi personali e niente altro”.