Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di aiuto giunto alla nostra Redazione da Giuseppe D’Adamo:
“Vi scrivo per raccontare la disavventura capitata a me e alla mia famiglia.
Il giorno 30 Novembre, dopo migliaia di tentativi per comunicare con l’USCO (Unità speciali Covid) di Rionero (PZ), riesco a parlare con un dottore per sapere quando saremmo stati sottoposti al tampone dicendogli che erano 20 giorni che eravamo in attesa.
Il dottore, dopo che mi chiede la verifica dei nostri dati e la positività di mia moglie e mio figlio (era il giorno 13 Ottobre), mi dice di presentarci il giorno successivo alle ore 9:30 davanti il comune di Melfi (PZ) per fare il tampone.
Il mattino successivo andiamo con due macchine, come suggerito dal dottore, mia moglie e mio figlio risultati positivi con una macchina, io e le altre mie 2 figlie con l’altra macchina, per evitare contatti.
Arrivati al DRIVE IN, ci dicono che sulla lista non risultano i nostri nominativi e ci rispediscono a casa dicendo di aspettare la chiamata e non di chiamare.
Tornati a casa veniamo contattati dall’USCO (Unità speciali Covid), riprendono di nuovo tutti i dati e ci confermano che possiamo andare a fare il tampone il giorno 3 Dicembre, però dopo pochi minuti ci comunicano che ci avrebbero dato conferma il giorno 2 Dicembre.
Praticamente in pochi minuti abbiamo avuto una conferma e subito dopo un dubbio.
Ad oggi non abbiamo avuto ancora notizie.
Capisco che il periodo non è per niente bello, però essere presi pure in giro non mi sembra proprio il caso.
Siamo prigionieri in casa.
Penso che nella nostra situazione si trovino moltissime famiglie lucane ma non si fa niente.
Le istituzioni fanno orecchie di mercante“.
Cosa ne pensate?