Ieri, a Melfi, la Fim Cisl Basilicata ha riunito le Rsa di Fca per un esame della situazione al termine di una settimana molto complicata che ha segnato, anche per la fabbrica di Melfi, la fine di un’epoca.
In apertura di incontro è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo di Sergio Marchionne.
Questo ha detto il segretario generale, Gerardo Evangelista, aprendo il direttivo:
“Una notizia non inattesa ma ugualmente tragica che ci ha lasciati profondamente amareggiati.
La figura di Marchionne è stata di fondamentale importanza per il futuro di Melfi.
L’intuizione brillante di aver portato il marchio Jeep a Melfi, scelta che oggi ci consente di mostrare al mondo intero la qualità e le competenze dei lavoratori italiani e di candidarci autorevolmente alla produzione di un altro modello Jeep”.
Diversi i temi al centro della riunione delle Rsa:
- la situazione produttiva e occupazionale dopo l’avvio delle operazioni di spegnimento della linea Punto e il contestuale ricorso ai contratti di solidarietà per 5.857 lavoratori dal 23 Luglio;
- il monitoraggio delle commissioni di fabbrica;
- le questioni legate alla sicurezza;
- il rinnovo del contratto nazionale.
Dal direttivo delle Rsa della Fim è arrivato un invito al nuovo management di Fca, guidato dal neo ad Mike Manley, a proseguire nel solco tracciato da Marchionne.
Evangelista prosegue:
“È indispensabile realizzare il piano d’investimento 2018-2022 che per Melfi significa l’arrivo di un nuovo modello, probabilmente a marchio Jeep, che segni, anche simbolicamente, il completamento del processo di trasformazione dello stabilimento di Melfi, iniziato nel 2012 con 500X e Renegade, come fabbrica globale di fascia premium.
Il futuro dell’industria automotive mondiale si gioca sulle motorizzazioni elettriche e sulla macchina intelligente, e Melfi ha le carte in regole per stare dentro questo percorso insieme alle altre fabbriche italiane del gruppo.
I sistemi industriali e, in particolare, quelli complessi come l’automotive necessiteranno sempre più di intelligenza organizzativa, perché la quarta rivoluzione industriale e le sfide dei mercati globali richiedono forme di partecipazione evolute, a tutti i livelli, dai manager agli operai, strada obbligata per fare prodotti di qualità con alta tecnologia.
Il sindacato, per rappresentare al meglio i lavoratori, non potrà accontentarsi di replicare le logiche del passato, anche se la tentazione è forte, ma dovrà avere il coraggio di alzare il livello di confronto.
Bisogna avere il coraggio di guardare oltre l’orizzonte, questo devono fare i sindacati, i politici e gli imprenditori”.