Le segreterie regionali FIM-UILM-FISMIC-UGL-AQCF, dopo aver chiesto all’azienda un’attenta e giusta rotazione dei lavoratori, con un occhio di riguardo per le situazioni familiari di maggiore fragilità, fanno sapere:
“La direzione dello stabilimento Fca di Melfi ha comunicato nel pomeriggio alle organizzazioni sindacali di aver richiesto la cassa integrazione dall’11 giugno al 30 giugno, per sopperire alla fermata produttiva delle attività svolte sulla linea Renegade e 500X.
Invece, per quanto riguarda le attività legate alle versioni ibride di Compass e Renegade, la direzione aziendale ha annunciato un incremento della produzione e ciò consentirà che la stessa possa essere svolta su due turni di lavoro e dunque con la costituzione di una seconda squadra.
Confermato, infine, il piano degli investimenti già programmato per lo stabilimento lucano.
Ormai è chiaro che l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla filiera metalmeccanica diventa ogni giorno più pesante e che si corre il rischio di compromettere un settore nevralgico per l’economia del Paese che occupa 1,6 milioni di addetti.
A Melfi e in Basilicata queste criticità sono sempre più evidenti e gli strumenti messi in campo dal governo, ad oggi, risultano ancora insufficienti ad arginare il contraccolpo causato dalla pandemia e da una crisi economica che, per dimensioni ed effetti, si annuncia molto più grave di quella affrontata negli anni 2008-2012.
Fim, Uilm, Fismic, UglM e Aqcf con grande senso di responsabilità hanno contribuito alla tenuta del tessuto industriale lucano, preservando i livelli occupazionali e le professionalità esistenti, ma il sistema da solo non può reggere.
Nell’automotive, oltre agli investimenti per la svolta ecologica, servono subito nuovi ammortizzatori sociali che consentano alle aziende e ai lavoratori di superare questo periodo di forte crisi generata dall’emergenza epidemiologica.
Le prime stime sul mercato del 2020 indicano un pesante segno meno: per le sole autovetture si parla di circa 500.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2019.
È di tutta evidenza che si tratta di un colpo pesante per tutta la filiera dell’auto che, in Basilicata, impiega circa 15 mila occupati e per l’intero Pil regionale che risente molto, come è noto, delle oscillazioni del settore.
In particolare ad aprile, primo mese intero di applicazione delle misure di contenimento della pandemia, il mercato dell’auto a livello europeo ha segnato un record negativo di -78,3% ed in Italia, tale dato, si attesta sul -98%.
Ma nonostante questi numeri impietosi e in controtendenza rispetto ad altri player che hanno annunciato piani di ristrutturazione, chiusure di stabilimento e blocco di nuove produzioni, FCA conferma gli investimenti sui nuovi modelli con il proseguimento dunque dello sviluppo tecnologico relativo alle versioni ibride.
Dunque le scelte assunte in questi anni da parte di FCA e delle Organizzazioni Sindacali stanno consentendo, nonostante un quadro industriale che non trova precedenti, di proseguire nella realizzazione degli investimenti relativamente allo stabilimento di Melfi.
Probabilmente sarà necessario, rispetto al cronoprogramma, più tempo perché alla riapertura delle concessionarie non corrisponde una domanda da parte dei clienti tale da sostenere le attuali produzioni.
Servono immediatamente misure ‘verticali’ per il settore auto a difesa delle imprese, del comparto e dei 160.000 dipendenti; il sistema bancario deve fare la sua parte ed erogare prontamente le risorse del Decreto Liquidità.
Esortiamo pertanto le istituzioni, a partire dal governo, a mettere in campo nuove risorse per gli ammortizzatori sociali che serviranno a traghettare il settore fuori da questa difficile congiuntura e a prevedere, fra gli altri interventi, anche il sostegno al mercato attraverso incentivi per la rottamazione e l’acquisto di auto eco-compatibili.
In questa fase che è straordinaria si risponda con una straordinaria e imponente politica di incentivazione che consenta al comparto dell’automotive il rilancio della produzione e del mercato, così da fare, ancora una volta, da traino per la ripresa dell’intero sistema economico”.