Il prossimo 23 Giugno, a Roma (presso la Camera dei Deputati) si avvieranno le celebrazioni per il centenario dell’avvio del governo presieduto da Francesco Saverio Nitti (1919-1920).
Tantissimi eventi, convegni, pubblicazioni e attività formative serviranno a rinsaldare la memoria di una personalità di grande spessore e di un traumatico periodo della storia del Paese.
Il tema scelto, “Nitti politico”, rappresenta, infatti, il baricentro della sua attività pubblica e la chiave di lettura di questa figura così complessa e a oggi poco disvelata presso l’opinione pubblica.
Nitti fu, infatti, deputato radicale dal 1904 nel collegio di Muro Lucano; consigliere di Giolitti per la legge di sviluppo di Napoli (il cosiddetto Risanamento) e tra gli artefici dell’inchiesta sulla condizione contadina in Basilicata e Calabria.
Nel 1911, col IV governo Giolitti, fu ministro dell’Agricoltura, industria e commercio.
Nel 1917 (in piena guerra, mentre tutto pareva precipitare) ministro del Tesoro del governo di Vittorio Emanuele Orlando.
Poi, la svolta: il 23 Giugno 1919 Nitti fu nominato dal re Vittorio Emanuele III presidente del Consiglio dei Ministri, carica che ricoprì per 333 giorni, fino al 21 Maggio dell’anno successivo e, in un secondo brevissimo intermezzo, fino al 10 Giugno successivo, per essere sostituito dal Giolitti V.
L’avvento del fascismo cambiò anche il suo destino: nel 1923 gli squadristi gli distrussero la casa a Roma, e le persecuzioni, persino un tentativo di omicidio, lo portarono ai vent’anni in esilio a Parigi.
Il suo carisma e la sua autorevolezza politica gli costarono, nel 1943, la deportazione da parte dei nazisti in Austria.
Tornato in Italia dopo la Liberazione, nel dopoguerra fu membro della Costituente e senatore di diritto nella prima legislatura, durante la quale morì, precisamente il 20 Fbbraio 1953.
L’intero percorso celebrativo è stato annunciato dal Comitato per le celebrazioni del Centenario, presieduto da Giuliano Amato (come Nitti, già ministro del Tesoro, dell’Interno e due volte premier nonché, attualmente, giudice costituzionale) in un evento promosso alla Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri dalla Fondazione Francesco Saverio Nitti.
Sono intervenuti:
- il presidente della Fondazione Francesco Saverio Nitti, Stefano Rolando;
- la vicepresidente e rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole;
- il presidente del Comitato scientifico, Luigi Mascilli Migliorini.
In rappresentanza del Governo vi era il ministro per le Politiche europee, Paolo Savona.
Presenti all’evento molti discendenti di Nitti, fra cui Patrizia Nitti, presidente dell’Associazione ‘Francesco Saverio Nitti’.
Giuliano Amato ha dichiarato:
“Fu un liberale che seppe vedere nel socialismo un movimento trasformatosi in tanti Paesi in moltiplicatore di democrazia, un capo di governo di solida cultura istituzionale, convinto delle ottime ragioni italiane dopo la prima guerra mondiale, ma non meno persuaso che l’intransigenza adirata con cui le si era fatte valere prima di lui aveva isolato e indebolito l’Italia.
Umberto Terracini, nel commemorarlo, lo paragonò a quelle piante antiche di cui percepiamo tutta la grandezza dal vuoto che lasciano quando cadono.
Aveva ragione e per questo motivo oggi lo ricordiamo”.
Il Ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, ha sottolineato:
“Francesco Saverio Nitti è noto principalmente per il suo impegno a favore del Mezzogiorno d’Italia e per aver promosso importanti iniziative per il sostegno dello sviluppo italiano; meno, anche se non assente nella pubblicistica, lo è per il contributo altrettanto rilevante dato alla diffusione dell’idea di un’Europa unita.
All’epoca fu uno dei pochi intellettuali in sintonia con Keynes, con il quale condivideva la filosofia delle sue Conseguenze economiche della pace.
In un suo scritto del 1921, Nitti rivolse elogi agli Stati Uniti per aver respinto i Trattati di Versailles e scrisse che ‘non si può vivere a lungo in un’Europa divisa in due campi e fra un insieme di rancori e di odi, che la separazione aumenta’.
L’attualità di questo monito, per fortuna in termini meno pesanti, ripetuto in occasione della presentazione del programma per le celebrazioni del Centenario del Governo Nitti, mi sembra il modo migliore per ricordare il contributo antesignano alla pace e al benessere dell’Europa dato da questo grande intellettuale e politico.
Le divisioni nell’interpretazione dei bisogni dell’Unione Europea di questi tempi portano alla separazione ed è perciò urgente pervenire a una diagnosi di consenso per proteggere il buono che è stato fatto dai nostri Padri.”
Presentando l’intera articolazione del programma, Luigi Mascilli Migliorini ha detto:
“La ricchezza della personalità di Francesco Saverio Nitti, nel quale convivono un originale economista e un coraggioso uomo politico, un convinto meridionalista e un europeo che dialoga su scala mondiale uno scrittore efficace e un meticoloso organizzatore, trova la sua origine nella ricchezza delle sue vicende di vita e dagli attraversamenti di universi interconnessi che, dal Mezzogiorno contadino, lo proiettarono fino a quel palcoscenico doloroso e internazionale che fu, in quegli anni, Parigi”.
Il presidente della Fondazione Nitti, Stefano Rolando, che ha introdotto i lavori con un breve e intenso racconto della vita di Nitti, ha anche attestato che:
“La Fondazione ha riacquisito la modesta casa natale, nel centro storico di Melfi, accanto al Centro culturale Nitti, oggi ristrutturato e funzionante, con il proposito (che questo centenario potrebbe aiutare) di farne un museo”.
Il programma sarà illustrato anche all’Università della Basilicata a Potenza, con tutte le istituzioni del territorio, come ha annunciato la rettrice Aurelia Sole.
Era presente anche la vicepresidente della Regione Basilicata, Flavia Franconi.
Il primo dei convegni di studio e approfondimento si svolgerà entro Gennaio 2019, nella città natale di Nitti, a Melfi, il cui Sindaco, Livio Valvano, nell’incontro di Roma ne ha comunicato il tema: “Nitti meridionalista”.
L’itinerario delle celebrazioni, poi, prevede una tappa a Marzo a Napoli, con il convegno su “Nitti intellettuale”, presso l’Ateneo in cui Nitti, appena 31enne, fu professore ordinario di Scienze delle Finanze.
A confermarlo, il rettore dell’Università Federico II Gaetano Manfredi.
A Milano, nel prossimo Maggio, avrà luogo il convegno “Nitti e l’identità italiana”, dedicato ai rapporti nord e sud e ai temi dell’economia e dello sviluppo ai tempi di Nitti con proiezioni ai giorni nostri.
L’incontro conclusivo avrà luogo a Parigi, entro la fine del 2019, con una tavola rotonda su “Nitti e la Conferenza di Pace del 1919, l’Europa e l’antifascismo”.
Riguardo a tale periodo cruciale della vita di Nitti, il presidente della Società degli studiosi italiani di storia contemporanea, Fulvio Cammarano, membro del Comitato per le celebrazioni, ha ricordato che:
“Parigi fu per Nitti anche una finestra sul mondo, un crogiuolo tra impulsi modernizzatori e tentazioni involutive, dei decenni Venti e Trenta”.
«Francesco Saverio Nitti. L’ottimismo dell’agire», è il titolo del docufilm realizzato da Rai Storia, di Simona Fasulo, regia di Nicoletta Nesler e montaggio di Claudio Busato (55′).
Il responsabile di Rai Storia, Giuseppe Giannotti, nel presentarne la proiezione in anteprima, ha annunciato che il filmato andrà in onda su Rai Storia questa sera, Venerdì 16 Novembre 2018, alle ore 21:15 (in replica su Rai Storia il 17 alle 10:35 e il 18 alle 17:50).
Ancora una volta i riflettori si accendono sulla nostra Basilicata.