Da oggi, Giovedì 28 Febbraio, fino al prossimo 2 Marzo, tra Melfi, Putignano e Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, si svolgerà il convegno di studi “Il Carnevale e il Mediterraneo. Maschera e Cibo”.
L’iniziativa è organizzata dal Centro internazionale di ricerca e studi su Carnevale Maschera e Satira (Cms) con il sostegno:
- delle Regioni Puglia e Basilicata;
- del Comune di Melfi;
- dell’Apt Basilicata;
- della Fondazione Carnevale di Putignano.
Collaboreranno alla realizzazione della tre giorni anche:
- le Università di Bari, Basilicata, Repubblica di San Marino e Freiburg;
- a Fondazione Ignazio Buttitta di Palermo;
- polo liceale Majorana-Laterza di Putignano ed Heidelberger Akademie der Wissenschaften.
La prima giornata è toccata a Melfi.
Vi hanno preso parte antropologi, sociologi, storici, filosofi e studiosi della tradizione letteraria e popolare provenienti da prestigiose università italiane e straniere.
Oggetto di analisi e di approfondimento, le tradizioni e riti carnevaleschi di vasta area geografica e culturale ovvero temi e problemi, immagini e simboli di una grande, antica civiltà, come quella mediterranea che gli studiosi hanno esaminato attraverso degli importanti, significativi rapporti che legano la festa al territorio e al cibo.
L’appuntamento era fissato per questa mattina alle 9:00, presso il Palazzo Vescovile.
Una nota afferma:
“La relazione tra cibo e festa è tema al quale da tempo gli studi etno-antropologici hanno prestato attenzione, evidenziando come in esso si celi un legame fondamentale per comprendere le ideologie e i sistemi mitici e rituali che, entro un processo di costante ridefinizione storico-culturale, sottendono e regolano le performances festive del tempo grasso.
Gli studiosi hanno, inoltre, rilevato la necessità di procedere a sempre rinnovate indagini e riflessioni anche dirette a enucleare le specificità territoriali e le trasformazioni della morfologia degli alimenti festivi e delle pratiche alimentari, nonché delle relative attribuzioni semantiche.
È un dato di fatto, d’altronde, che produzioni, offerte e consumi ritualizzati di specifici alimenti siano attestati in numerosissime e fondamentali occorrenze festive: il cibo è paradigma della ricchezza, del benessere e della vita, forma primaria della comunicazione e dello scambio, misura e garanzia esistenziale.
La condivisione del cibo, la sua redistribuzione materiale e simbolica e, soprattutto, il suo spreco, si presentano come garanzia della continuità della vita naturale e sociale, auspicando e prefigurando la futura ricchezza e ritessendo le relazioni inter-individuali e inter-comunitarie.
Non è un caso che i Saturnali, le cui forme e i cui contenuti sono largamente proseguiti nel Carnevale, fossero feste assai popolari nel mondo romano.
Entro questa prospettiva, particolare rilevanza ha il momento calendariale dell’uccisione del maiale, come documentano molte attestazioni e un’ampia letteratura etnografica.
Tale uccisione si effettuava nel tempo invernale, canonicamente in un data prossima alla festa di sant’Antonio Abate, il 17 Gennaio”.
Il Carnevale non è solo divertimento e svago, ma il racconto di una tradizione che rinasce e riunisce un’intera comunità e torna a risplendere a Melfi con un’esplosivo programma:
- lo scorso 24 Febbraio è avvenuto l’annuncio ufficiale della manifestazione con la “Terribile Invasione”, tra maschere, musica, sfilate e tanta baldoria per le vie del centro storico.
L’evento ha rispreso l’antica tradizione melfitana dei “caccavicchie“, quando gruppi di persone uscivano per le vie del paese sbattendo pentole, coperchi, barattoli di latta e intonando canzoni; - 3 e 5 Marzo il “Gran Corteo”, a partire dalle ore 16:30.
Di seguito la locandina del convegno di questa mattina.