Passione, determinazione, coraggio.
Tre parole non sono sufficienti per riassumere il progetto di vita di Joseph Mancino, storico Deejay melfitano, classe 1977, che ha cambiato abito tante volte ma inseguendo instancabilmente un solo grande sogno: la musica.
Ma pur nella loro estrema sinteticità, queste tre parole rappresentano molto lo spirito di Joseph e il suo amore per l’elettronica.
Dopo anni di viaggi, serate, collaborazioni, vite vissute altrove, Joseph è tornato a Melfi e ha deciso di fare qualcosa che mai prima d’ora nessuno, almeno in Basilicata, aveva mai fatto: aprire la prima etichetta discografica digitale dedicata all’elettronica.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Joseph, la nascita dell’etichetta discografica “Substrate Music” è solo l’ultima di una serie di avventure che sono state importanti per la crescita formativa e professionale.
“Faccio musica da 25 anni, le prime serate sono nate tra il 1989 e il 1990. Ho vissuto intensamente le evoluzioni della musica non solo dal punto di vista del genere ma anche per quanto riguarda la strumentazione, i canali di diffusione. Sono nato con il vinile, sono passato al cd e adesso vivo l’era del digitale. Il Deejay deve essere in grado di saper rispondere ai cambiamenti che in questo campo avvengono in maniera repentina”.
A un certo punto è arrivata l’esigenza di produrre qualcosa di proprio.
“Spesso si inizia con suonare pezzi di altri grandi artisti, su di essi si sperimenta. Però allo stesso tempo cresce il desiderio di creare qualcosa di proprio, di cimentarsi e vedere cosa si è in grado di fare. Così ho iniziato a studiare e da autodidatta ho esteso ulteriormente le mie conoscenze. Ho viaggiato tantissimo, ho vissuto a Milano e in Svizzera, due realtà importanti per chi ama la musica elettronica. Avere la possibilità di viaggiare e di frequentare gli ambienti giusti consente di ampliare i propri orizzonti, di capire cos’è che va per la maggiore, i talenti emergenti”.
Questo anche perché la Basilicata offre poco?
“Poco e nulla. Ci sono molti ragazzi pieni di talento, chi ha la fortuna di andarsene lo fa per realizzarsi. Spiace non poterlo fare nella propria terra, ci sono molte cose che dovrebbero essere cambiate”.
Però lei è tornato a Melfi.
“Una serie di vicende personali mi hanno spinto a fare ritorno alla base. Tuttavia non mi sono lasciato scoraggiare. Ho voluto insistere, continuare a concentrarmi su quello che ho sempre voluto fare. Fino al 2013 ho collaborato con una etichetta discografica siciliana che ha prodotto grandi artisti della musica italiana. Poi ne sono arrivate altre non solo italiane, anche tedesche, inglesi, spagnole, sudamericane. Sono state circa 150 le collaborazioni con le quali ho avuto modo di spaziare, dalla minimal alla tech-house, e poi all’elettronica.
Tra il 2015 e il 2016 è arrivata una svolta importante: mi sono classificato primo come produttore di tech-house in Italia, avendo registrato circa 1000 pezzi, e attualmente sono tra i primi 100 produttori di musica minimal deep-tech al mondo“.
Questi risultati l’hanno spinta a creare la prima etichetta digitale di elettronica in Basilicata?
“Ci stavo pensando da diverso tempo. L’era del digitale garantisce una semplificazione delle procedure. Ti dà inoltre la possibilità di farti conoscere in maniera immediata. Dopo tanti anni di collaborazioni e produzioni mi sono detto: perché non creare, proprio qui a Melfi, una etichetta digitale dedicata all’elettronica? Sapevo sin da subito che era una sfida considerevole. Come ho detto prima le possibilità di crescere qui e in questo settore sono scarse. Però ho voluto farlo. Avevo già buoni contatti che mi hanno spronato a fare il grande salto.
E così è nata “Substrate Music“, dopo un periodo di progettazione di 5-6 mesi. L’etichetta è distribuita da Pressology (Label Engine) e vanta già 30 collaboratori. Possiamo costituire un polo davvero importante se sfruttato bene. Sto anche realizzando un nuovo studio di registrazione che voglio inaugurare quanto prima”.
“Dragon’s Day” è la sua ultima creatura, pubblicata sul web qualche giorno fa. Ascoltando la sua musica si possono avvertire echi tribali, percussioni sapientemente calibrate, onde sonore che già guardano al futuro.
Un plauso a Joseph che dopo tanti anni di esperienza ha saputo reinventarsi ancora, sfidando le non poche difficoltà presenti: un esempio di come la passione può davvero vincere le avversità.
Facciamo quindi a Joseph i migliori auguri per un futuro denso di successi.