Pubblichiamo di seguito la nota dell’ex sindaco di Melfi ed ex senatore, Giuseppe Brescia, sullo stato del PD in Basilicata.
“Ho partecipato come delegato della mozione Orlando alla Convenzione provinciale di Potenza del PD, si è aperto lì un breve ma significativo dibattito sul come rilanciare la sua azione politica.
Da tutti gli interventi è emersa una forte preoccupazione per lo stato del PD qui in Basilicata (non credo che riguardi solo la nostra regione, purtroppo). Liberi dalle percentuali, si è parlato a viso aperto del come tenere insieme ed unita questa nostra grande comunità politica, che non significa annullare le differenze, ma individuare insieme percorsi condivisi, nell’interesse generale.
Alle primarie del 30 Aprile, iscritti, simpatizzanti ed elettori sceglieranno il Segretario nazionale: potrà essere Orlando (come io auspico), Emiliano o Renzi. Bene, sarà una ulteriore prova di democrazia che assegnerà la leadership nel PD per i prossimi anni. Il giorno dopo, avremo risolto tutti i nostri problemi? Provo ad evidenziarne alcuni, a mio parere dannosi per il PD e per la Politica in generale.
Registro qui in Basilicata (ma non solo) un clima di divisioni non solo per correnti, sottocorrenti, ma addirittura per legami e filiere ad personam (dipende dall’avvicinarsi delle elezioni politiche e regionali?). Abbiamo visto proliferare nelle elezioni amministrative liste elettorali plurime del PD, legate a questo o quello (parlamentare o consigliere regionale o altro), il tutto a danno di un Partito sempre più percepito come ceto politico, spaccato e diviso per lotte di potere e non come strumento di democrazia partecipativa per il governo della cosa pubblica. In tanti casi i risultati elettorali, per queste divisioni, hanno relegato il PD all’opposizione (Matera e Pisticci ne sono un esempio).
A Melfi, invece, grazie ad un nuovo, qualificato, giovane gruppo dirigente che ha dimostrato di saper fare una sintesi unitaria delle idee, è stato riconfermato il governo di centrosinistra della città, con un ruolo fondamentale e determinante del PD.
Le preoccupazioni che esprimo non mirano ad addossare responsabilità a questa o a quella componente interna. Ne parlo con distacco, ma con la stessa passione politica che mi ha sempre guidato nei tanti anni di militanza.
Da tempo, insieme a tanti altri, ritengo inconcepibile e non più tollerabile lasciare il PD di Basilicata privo di direzione politica. Chi dirige questo Partito lucano? Nessuno! In quale organismo politico si assumono le decisioni e chi è legittimato a farlo? Gli eletti in Parlamento o in Regione? E gli Amministratori locali e i Segretari di Circolo hanno il diritto – dovere di contribuire alle scelte da fare?
Il problema è che nessuno interviene o è intervenuto, né da Roma e né in Basilicata; il 16 Marzo scorso con una lettera il Consigliere regionale Vito Giuzio ha cercato di evidenziare il problema, ma senza esito. Perché si tollera questa situazione? È voluta o non si è capaci di fare sintesi? Perché la Segreteria o la Presidenza nazionale del PD, al di là degli schieramenti di maggioranza e minoranza, non ha spinto perché subito dopo la scomparsa di Antonio Luongo si riconvocasse un congresso regionale, magari passando per una fase transitoria di gestione unitaria del Partito lucano?
Io credo che anche questo, pur in minima parte, abbia contribuito all’abbandono del PD (da me non condiviso) di tanti compagni e amici, utili ancora e sempre alla causa del governo di questa regione (uno fra tutti, Filippo Bubbico). A chi giova tutto ciò? Non certamente al PD.
Non si vuole disturbare il manovratore? Ma manovratore chi è? Gli eletti in carica, quelli prossimi all’uscita? Quelli che auspicano una legittima elezione? Forse non si ha fino in fondo la percezione di cosa bolle nel ventre delle nostre comunità: rabbia, insoddisfazioni, rancore, protesta, antipolitica, molto simile al periodo di “MANI PULITE”.
La risposta è il VOTO CONTRO!
Questo è successo il 4 Dicembre con il referendum. Questo è successo, un po’ prima, a Torino (bocciando, senza colpe, un bravo Sindaco e dirigente politico come Piero Fassino). Questo potrebbe succedere prossimamente in Italia ed in Basilicata. È, la mia, solo una visione pessimistica? Spero che sia questo! Nella Convenzione provinciale di Potenza, ho percepito e sentito tra i delegati la forte preoccupazione di un partito non entusiasta, un po’ sfiduciato, spesso (percepito?) isolato. E perciò inutile!
Ecco perché, al di là delle mozioni, ORA E SUBITO, ci vogliono uomini e donne che si facciano carico di “governare” il PD di Basilicata, che ritrovino le ragioni dello stare insieme, assicurando immediatamente una direzione politica al Partito lucano (adesso, per giunta, privo dei due segretari provinciali), rimotivando all’impegno e alla passione politica tanti amici e compagni, giovani e meno giovani, che hanno creduto e credono nei valori fondativi del Partito Democratico, un grande Partito nato per unire ed includere sensibilità culturali e politiche diverse.
Spero che ciò avvenga prestissimo e che ognuno faccia la sua parte”.