Dopo il terribile incidente mortale, “l’ennesimo”, avvenuto questa mattina sulla Melfi-Potenza non possiamo non risollevare il problema legato alla pericolosità di questa trafficatissima strada.
Secondo gli ultimi dati Istat aggiornati al 2016 le strade lucane sono le più pericolose d’Italia.
Il tasso di mortalità per incidenti in Basilicata ha superato i 7 morti ogni 100mila abitanti, il dato più alto in proporzione a livello nazionale.
Dall’inizio dell’anno ad oggi numerosi sono gli incidenti mortali avvenuti nella nostra regione.
Come non ricordare l’incidente mortale avvenuto sulla Strada Statale 407 Basentana nella notte a cavallo tra il 3 e il 4 Aprile costato la vita a 4 giovani.
Il primo incidente stradale mortale del 2018 è avvenuto lo scorso 3 Gennaio sull’Ofantina in cui ha perso la vita un 42enne che si recava a lavoro a Lavello.
A distanza di pochi giorni, precisamente il 12 Gennaio, ancora incidente mortale sulla Bradanica costato la vita a tre uomini morti carbonizzati.
Lo scorso 14 Marzo sul raccordo autostradale Potenza-Sicignano il terzo incidente mortale in cui ha perso la vita il piccolo Gerardo che aveva solo due anni.
Poi quello di questa mattina sulla Melfi-Potenza che ha portato alla morte di un uomo.
Un bilancio davvero drammatico che fa salire le vittime della strada in Basilicata negli ultimi cinque mesi.
La strada statale 658, nota comunemente come Potenza-Melfi, è una strada vitale per l’intera regione Basilicata.
Essa infatti collega il capoluogo ad una delle aree più attive della regione, per la presenza di un importante polo industriale, ma anche per la presenza di centri turistici ed enogastronomici che attirano da tantissimi anni visitatori ed investimenti.
Inoltre è un importante asse viario che si immette su altrettanti strade cruciali del Meridione come la 655 Bradanica che da un lato conduce a Foggia e dall’altro a Matera.
Il tracciato, quasi esclusivamente montano, è lungo, per il tratto gestito dall’Anas, 48,130 km.
Progettata negli anni ’70 e costruita nei primi anni ’80, la strada è diventata in breve l’arteria principale della regione, trafficata quotidianamente da autoveicoli e mezzi pesanti.
Tuttavia ha in sé un altro triste primato: a causa dei numerosi incidenti, spesso mortali, che da troppi anni si verificano lungo il tracciato, è stata ribattezzata “strada della morte“.
I motivi sono molteplici:
- complessità del tracciato;
- attraversamento di zone interessate a fenomeni climatici particolari (pioggia, neve, ghiaccio, nebbia, vento);
- strette carreggiate;
- indisciplina dei guidatori,;
- elevata presenza di mezzi pesanti che rallentano la circolazione.
Da decenni sono state fatte varie proposte per rendere più sicura e più moderna la strada ma finora è stato fatto pochissimo.
C’è chi ha proposto la realizzazione di una doppia corsia separata da spartitraffico, opzione più volte scartata per i costi elevati (il tracciato ha tanti viadotti), si è pensato addirittura di realizzare un tracciato ex-novo parallelo a quello esistente e separare il traffico pesante da quello leggero.
Ancora, è stata avanzata l’idea di installare autovelox o sistemi tutor per ridurre la velocità, o anche di sfruttare la linea ferroviaria Potenza-Foggia come una metropolitana di superficie, dal momento che segue lo stesso tracciato stradale, e invogliare così gli abitanti a lasciare l’auto e spostarsi in treno.
Troppi sono stati i proclami da parte di politici, amministratori, ministri e viceministri.
E nel frattempo la strada porta con sé tristi bollettini da guerra, l’ultimo questa mattina che è costato la vita ad una persona.
La gente è stanca di questa situazione, c’è bisogno di soluzioni concrete affinchè sulla Potenza-Melfi gli automobilisti percorrano quest’arteria senza la paura di imbattersi quotidianamente nella morte.