Pubblichiamo di seguito il comunicato del consigliere di Melfi Alfonso Ernesto Navazio (Movimento Noi per Melfi) riguardo al Sistema Basilicata.
“La storia che stiamo per raccontarvi deve far riflettere.
Individua quanto esattamente si sta affermando (sempre di più) in Basilicata e che sinteticamente può essere definito Sistema Basilicata. Per carità nulla a che fare con il noto e antico familismo amorale, ma quello partitico sì ed anche della peggiore specie.
La Regione Basilicata in linea con quanto disposto da un apposito DPCM mette a disposizione dei propri comuni circa 8 milioni di euro di “spazi finanziari” con i quali questi ultimi possono effettuare investimenti senza sottostare ai famosi limiti del pareggio di bilancio.
Le condizioni però devono essere: presentare formale istanza entro il 30.04.2017, avere in bilancio impegni in c/capitale (investimenti) finanziati da avanzo, essere in grado di realizzare dette opere entro il 31.12.2017.
Diligentemente molti comuni hanno risposto all’avviso pubblicato dalla Regione Basilicata, comunicando all’Anci (altro familismo partitocratico capitanato dal consigliere comunale on. Adduce) le proprie necessità e con deliberazione di Giunta regionale n. 463 del 26.05.2017, viene stilato l’elenco dei comuni destinatari delle assegnazioni: tra questi manca il Comune di Melfi.
In sede di approvazione del bilancio di previsione della nostra città, di fronte alle continue lamentele del Sindaco circa le stringenti regole del pareggio di bilancio, abbiamo denunciato la sua negligenza come unica vera ragione del mancato avvio degli investimenti, tenuto conto che aveva perso l’occasione di sbloccarne una parte.
Ed ecco che il leone ferito mette in atto al pari di quanto dichiarato dal “vero” Sindaco di Ruoti: stare dalla parte del sole (entourage Pittella): ottenere a spregio di tutte le regole e con una deliberazione di giunta regionale ad hoc, spazi finanziari, udite udite, per 1.072.000,00 di euro.
In data 16.06.2016, il comune di Tito, per onestà (?) dichiara di non poter utilizzare il milione di euro entro Dicembre 2017 e chiede la revoca della concessione. Si fa avanti (casualmente) il Comune di Melfi che, con una non meglio identificata nota, si propone ed ottiene gli spazi assegnati al Comune di Tito.
Il 26 Giugno l’Anci trasmette la nota. Il 26 Giugno la Regione Basilicata delibera. Tutto nello spazio di 2 ore e 10 minuti (la delibera è stata assunta alle 11.10). Efficienza amministrativa che i cittadini, le imprese vorrebbero sempre. La deliberazione n.621/2017 (assenti Braia e Franconi) con cui il comune di Melfi viene ripescato appare sul portale opservice.regione.basilicata.it solo nella giornata del 12 Luglio 2017, mentre il Comune stesso la cita in una propria deliberazione già il 07.07.2017.
In un sol colpo il Sindaco Valvano ha dribblato sulle regole necessarie all’ottenimento degli spazi finanziari stabiliti dal sopra richiamato DPCM ed ha soffiato spazi finanziari al comune di Tito che a sua volta e in maniera altrettanto irregolare, con la presentazione di una richiesta poi revocata, ha sottratto maggiori possibilità a tutti gli altri Comuni della Basilicata che avevano invece presentato istanze più realistiche.
Non possiamo che gioire per Melfi che meritava uno sblocco degli investimenti ma ottenerlo in questo modo è fortemente umiliante. La vicenda è un chiaro messaggio alla comunità politica di Basilicata. Se stai con me si può avere tutto. Altrimenti niente. Al diavolo le regole. Sei sta con me e accondiscendi alle mie politiche (vedasi vicenda ospedali) prima o poi ti gratifico. A dispetto di tutto e di tutti.
E dire che proprio Valvano a proposito della vicenda del sindaco di Ruoti ha osato affermare: “La realtà supera la fantasia, di gran lunga, ma in questo caso supera anche il senso del rispetto delle istituzioni e l’immagine di una intera Regione che corre il rischio, di vedersi ingiustamente descritta come la più sconcia architettura di gestione del potere e relazioni”.
Oggi per noi è andata in scena la più sconcia delle manifestazioni di gestione malsana del potere”.