Nella seguente nota, Alfonso Ernesto Navazio, capogruppo consiliare di Noi per Melfi, ribadisce le sue perplessità sul Punto Nascita dell’Ospedale di Melfi:
“Ci risiamo e questa volta la preoccupazione è tanta! Nei giorni scorsi si è riunito il Comitato percorso nascita, commissione di livello nazionale, che si è pronunciato sulle richieste di deroga di chiusura per i punti nascita che contano meno di 500 parti all’anno.
Ed è notizia di ieri che la Regione Campania, a seguito della valutazione di detto comitato, ha dovuto disporre la chiusura dal 1 Gennaio 2019 dei punti nascita degli ospedali di Polla e di Sapri.
Tra le richieste di deroga, all’attenzione del Comitato percorso nascita nazionale ricordiamo esserci anche quella riguardante il punto nascita di Melfi per il quale continua a rimanere invariata la posizione circa il diniego ad ulteriori deroghe! (In relazione alla richiesta…omissis…Si esprime parere sfavorevole alla persistenza in deroga del Punto Nascita dell’Ospedale di Melfi).
Cosa sa di tutto questo la nostra Regione? Per ora tace.
Ma il silenzio sappiamo essere peggio delle menzogne e sulla questione reparto di ginecologia dell’ospedale di Melfi sia l’uno che le altre continuano a non mancare.
Un breve riepilogo: Ricordate quando dicevamo che dal 2015 il reparto di ginecologia del nostro ospedale opera in regime di deroga, una deroga temporanea concessa dal Ministero della Salute nelle more della presentazione da parte della Regione Basilicata di una dettagliata relazione idonea a dimostrare le ragioni del mantenimento di un punto nascita che, negli anni, avrebbe perso quei requisiti minimi di funzionalità ed efficienza richiesti dall’Accordo Stato Regioni per il suo mantenimento?
Bene, della relazione regionale non si sa molto, seppure avessimo chiesto di renderla pubblica, mentre non sono mancate le solite inaugurazioni, pre e post elettorali (di cui l’ultima agli inizi del mese di Luglio, addirittura incuranti del terremoto politico accaduto proprio in quei giorni ai vertici della regione e della sanità lucana), le rassicurazioni di vario tipo (faremo i concorsi, abbiamo da spendere altre somme di denaro, abbiamo un super primario, abbiamo una struttura all’avanguardia), come se i festeggiamenti ed i proclami fossero sufficienti a risollevare le sorti di una intera struttura per diverse ragioni oggi di fatto al collasso!
Si sa già qualcosa che ancora non si vuol dire?
I nostri timori rischiano di diventare delle conferme, si è perso troppo tempo e si sta perdendo ancora tempo!
Troppo lunghi sono stati i tempi delle ristrutturazioni (che nonostante le somme spese non sono riusciti tenere separati il reparto pediatria da quello ostetricia, con grave potenziale pericolo per le donne gravide), troppo lunghi i tempi delle assunzioni di nuovo personale (a singhiozzo), troppo lunghi i tempi delle decisioni operative che, purtroppo, devono prima passare al vaglio dei referenti politici e poi, può darsi, ci si dà da fare!
Emblematico, anche qui ci ripetiamo il caso pediatria/ginecologia con il frenetico susseguirsi di incontri tra la politica locale (sic!), la politica regionale e il management dell’ospedale.
Ed intanto, nonostante un reparto venduto come ultra efficiente, continuano a permanere le criticità: l’ingresso dei visitatori per il reparto pediatria avviene attraverso il corridoio della sala parto, la ormai acclarata compresenza fisica dei reparti di pediatria e ostetricia, la carenza di personale infermieristico sostituito del tutto (per necessità e non certo per virtù) dal lavoro delle ostetriche, la decisione dei ginecologi di partire per altri lidi.
Abbiamo diritto a delle risposte, prima tra tutte a ciò che si è fatto o che ancora si può fare per far cambiare idea al Ministero senza che il calo ulteriore dei ‘numeri’ in un futuro non troppo lontano possa servire come giustificazione alla decisione di una sua definitiva chiusura!
La Regione ci risponderà o lascerà, come oramai consuetudine, che gli omologati vassalli territoriali rispondano al suo posto?
La comunità melfitana ha bisogno di risposte certe, immediate ed autorevoli e non solo relativamente al futuro del reparto di ginecologia!”.