“Da alcune settimane arrivano notizie contrastanti sul futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro nel settore automotive lucano che negli ultimi anni ha perso circa duemila addetti.
Pur se l’azienda a giugno 2021 ha siglato un accordo in cui ha ufficializzato che a Melfi verranno prodotti quattro nuovi modelli di auto elettriche, la situazione resta incerta e la transizione dal termico all’elettrico lascia dubbi rispetto al rilancio produttivo e occupazionale del sito lucano“.
Così in una nota, l’on. Chiara Gemma (europarlamentare del Sud e della Basilicata) che aggiunge:
“Per queste ragioni è necessario che il governo nazionale e la Regione Basilicata lavorino congiuntamente e affrontino i nuovi scenari confrontandosi con la multinazionale italo-francese e attivando tutte le misure necessarie.
In questo quadro va preso atto che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha già svolto nei giorni scorsi un incontro con i vertici di Stellantis e i sindacati per discutere dei programmi del gruppo automobilistico in Italia e ha annunciato che i prossimi incentivi per l’acquisto di auto saranno destinati prevalentemente ai modelli fabbricati nei siti italiani.
Stesso impegno lo sta dimostrando l’assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Galella che da tempo sta pianificando interventi per rendere più competitiva e attraente la zona industriale di Melfi rispetto alle altre zone di produzione italiane e ad altri paesi come la Spagna e il Portogallo.
Infatti, la Regione Basilicata ha già dato vita a un bando per l’efficientamento energetico delle aziende, a un bando per nuovi investimenti con un contributo pubblico fino al 50 per cento e sta lavorando per far riconoscere il polo produttivo di Melfi area di crisi complessa.
Tutto questo è di buon auspicio, ma non bisogna abbassare la guardia e occorre fare di più perché se si guarda alla politica industriale di Stellantis e agli indirizzi programmatici per i siti italiani, emerge che le scelte sono tutte impostate su logiche aziendali e non entrano nel merito dei danni e delle conseguenze sociali e occupazionali.
Pertanto, per bloccare le ricadute negative e affrontare il futuro, servono l’autorevolezza e la lungimiranza della politica nazionale e locale nell’ambito del confronto con l’azienda e il mondo produttivo.
Su questo bisogna impegnarsi tutti e a tutti i livelli.
Una questione di fondo non va mai dimenticata: Stellantis alimenta il più grande polo economico ed occupazionale della Basilicata e va difeso a tutti i costi“.