Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato giunto alla nostra Redazione:
“Siamo un gruppo di donne a cui è stata data comunicazione di trasferta dallo stabilimento Stellantis di Melfi a quello di Pomigliano (Napoli).
Innanzitutto le trasferte dovrebbero essere volontarie, e non obbligatorie, e non si dovrebbero comunicare con sole 48 ore di preavviso su un pezzo di carta, accompagnate dall’indirizzo dell’Hotel fornito telefonicamente (è plausibile presumere a volte che si tratti di uno scherzo).
La questione più rilevante però è che non c’è alcuna tutela per le donne.
I sindacati hanno sostenuto questo esperimento di trasferta a rotazione senza stabilire dei paletti, delle regole.
Vengono chiamate anche donne con figli minori, che per legge sono considerati tali fino ai 18 anni, ma non sembra che le aziende ne siano consapevoli.
Dov’è la tutela delle donne?
Lo Stato emana leggi per tutelare la famiglia e le donne, ma l’azienda non ne tiene conto.
Ci sono ruoli diversi in una famiglia, e il padre non potrà mai sostituire la madre, sono leggi della natura.
Perciò, alle donne avrebbe dovuto essere proposta una richiesta su base volontaria mentre tutto ciò sta portando a licenziamenti mascherati.
Ora si tocca la parte più debole per raggiungere gli obiettivi, mettendo le famiglie sotto stress psicologico.
Alla fine, alcuni non ce la fanno a reggere e si dimettono.
Questa situazione è un cane che si morde la coda, perché si creeranno altri disoccupati a cui lo Stato dovrà provvedere, considerando che Stellantis rappresenta ormai una cattedrale nel deserto”.