Il programma televisivo “Propaganda Live” ieri sera ha trattato temi molto caldi per la Città di Melfi (PZ) e non solo.
Argomento al centro dell’attenzione la neo azienda Stellantis e la campagna di vaccinazione partita lo scorso 29 Marzo.
Un dibattito sentito dai lavoratori dello Stabilimento di Melfi (PZ) che negli ultimi tempi vivono incertezze e preoccupazione a causa della proroga della cassa integrazione.
Accompagnate da Mariangela Corona, le telecamere di “Propaganda” hanno così fatto visita alla cittadina federiciana, facendo tappa alla palestra Comunale nella quale è cominciata la somministrazione dei vaccini agli over80.
Spiega il Dott. Gianvito Corona, Direttore dell’Unità di Oncologia Critica Territoriale, Cure Domiciliari e Palliative dell’Asp di Potenza:
“L’operazione vaccinale durerà 6 giorni.
Alle vaccinazioni in palestra si stanno affiancando quelle domiciliari con grande collaborazione dei Medici di Medicina Generale.
Noi diamo un supporto ai vaccinatori, integriamo le vaccinazioni”.
Può succedere però che ci siano vaccini già preparati ma che non le persone ai quali somministrarli.
Su questo punto si è precisato:
“Abbiamo un elenco di persone in casa di riposo e di persone fragili. Altrimenti si valuta tra Protezione Civile, Forze dell’Ordine o domiciliari”.
Il conduttore, Diego Bianchi, spiega inoltre che a Melfi nessuno, prima di lunedì 29 Marzo, ha ricevuto il vaccino.
Sulle cause di questo ritardo ecco le precisazioni del Sindaco Livio Valvano:
“Il piano vaccinale è partito a metà febbraio come in tutta Italia.
Poi, dopo un paio di settimane, sono iniziate le forniture della Pfizer.
Ad un certo punto si sono interrotte in tutta Italia e a fine febbraio la metà dei Comuni della Basilicata sono rimasti scoperti.
Nel piano provinciale, suddiviso per distretto, la nostra data era prevista al 6 di marzo ma, bloccate le forniture, la Regione ha trattenuto le dosi solamente per il secondo richiamo.
Da una decina di giorni sono riprese le forniture della Pfizer e quindi è ripartito il calendario.
Il criterio scelto è quello della percentuale di incidenza della popolazione over 80.
Nel Comune di Melfi ci sono più giovani e l’incidenza degli anziani over 80 è del 6%.
Seguendo questo criterio, Melfi risulta essere l’ultimo Comune in cui è cominciata la vaccinazione”.
Si è passati poi al tema del lavoro e alla tensione che ruota attorno allo stabilimento Stellantis.
In merito, prosegue il Sindaco:
“A Melfi c’è questa importantissima area industriale.
Si è passati da Fiat, Fca e Stellantis.
La fusione Fiat Chrysler ha promosso occupazione, noi abbiamo importato occupazione ed esportato macchine.
Dopo l’operazione Stellantis c’è grande fermento e grande preoccupazione.
La sensazione è che si sia persa la connotazione del gruppo Fiat e che la vicenda sia più nelle mani di una entità con cui anche il Governo Italiano farà fatica ad avere rapporti.
Non c’è nulla di ufficiale ma si parla di una internalizzazione delle attività lavorative prima esternalizzate all’indotto.
Il rischio è di spostare attività lavorative e di ridurre la dimensione della capacità produttiva dello Stabilimento.
Ci lavorano, tra diretti e indiretti, circa 14000 persone e per una regione come la Basilicata sarebbe un colpo non da poco”.
Giunte presso lo stabilimento industriale, le telecamere di “Propaganda” hanno poi raggiunto il segretario della Fiom Basilicata Gaetano Ricotta:
“Qui si producono Jeep, 500x, Jeep Renegade, Compass, ibride e motorizzazione tradizionale.
Fino a dicembre sembrava che le auto si facessero e si vendessero, adesso è cambiato un po’ lo scenario.
I segnali che ci arrivano non sono proprio dei più tranquilli.
Arrivano da tutta la regione qui a lavorare. I lavoratori sono in cassa integrazione dall’inizio dell’anno”.
Parola anche a Marco Lomio, segretario della Uilm Basilicata:
“Vogliono togliere una linea e prendere il lavoro che hanno all’esterno per portarlo dentro lo stabilimento.
Ma hanno dimenticato che le attività si portano dentro insieme ai lavoratori.
Io sono dipendente dell’azienda da 26 anni. Tutto quello che avevamo fino al 31 dicembre non c’è più.
Non c’è più l’interlocutore, non lo conosciamo”.
Intervenuta anche Giorgia Calamita, segreteria Fiom Cgil Basilicata:
“Dal 1992 sono stata assunta e la fabbrica non era ancora stata costruita. Sono più o meno 30 anni che bazzico da queste parti.
Inizialmente si diceva che all’interno delle fabbriche il virus non c’era e quindi i lavoratori dovevano andare per forza a lavorare.
Abbiamo dovuto mettere in campo diverse azioni soprattutto per i lavoratori dell’indotto e siamo riusciti a contrattare le misure di sicurezza per poi far riaprire le fabbriche, chiuse per un periodo”.
Avete seguito la puntata?
Questi alcuni momenti andati in onda.