Paolo Rumiz a Melfi per presentare il suo sorprendente viaggio a piedi alla scoperta della Via Appia.
Un’avventura dalla quale è stato tratto un libro (Appia) e un documentario (Il cammino dell’Appia Antica) girato da Alessandro Scillitani, anche lui presente alla manifestazione presso la Sala Consiliare del Comune.
Al pubblico presente in sala è stato mostrato un pezzo del documentario, precisamente la parte in cui Paolo Rumiz e i suoi compagni di viaggio attraversano il tratto del Vulture-Melfese.
E dalle prime immagini si capisce subito il carattere di diario di viaggio che lo contraddistingue, con una voce narrante che accompagna le immagini, che presenta luoghi, emozioni, persone incontrate lungo il percorso, come Vinicio Capossela o Raffele Nigro, vicesindaco di Melfi, presente in sala.
Come ha ricordato il sindaco Livio Valvano:
“Il viaggio di Rumiz è un progetto denso di odori, di sapori, che si presenta con tutta la sua straordinaria potenzialità“.
Poi è stato lo stesso Rumiz a raccontare la scelta di questo viaggio:
“Uno dei miei sogni più grandi è stato quello di compiere un viaggio a piedi. Poi c’era una Satira di Orazio che narra del suo viaggio lungo la via Appia, da Roma a Brindisi, che ho sempre trovato straordinaria. Ho cominciato a documentarmi: non avevo notizia di una percorribilità perlomeno in tempi recenti della strada. E i grandi camminatori hanno sempre sconsigliato la strada per la sua pericolosità.
Sarà stato anche per uno spirito di contraddizione, ma alla fine ho deciso di avventurarmi lungo la via regina dei Romani, una via che con il passare del tempo si è contaminata, ma anche paradossalmente dimenticata.
La Via Appia costituisce una via importante, lo è stata per i Romani che la utilizzavano per i grandi spostamenti commerciali e militari. Un’opera di ingegneria straordinariamente moderna che tuttavia, per varie ragioni, anche complesse, è finita nel dimenticatoio.
Tutti queste motivazioni mi hanno spinto a conoscerla di persona e a cercare di fare qualcosa affinché si potesse in qualche modo recuperarla. Se ciascuna comunità riuscisse ad adottare un pezzo di strada sarebbe uno risultato culturale straordinario.
Ho scelto di percorrere questa via perché da oltre duemila anni è interessata da una continua stratificazione storica e sociale. Potevo scegliere un sentiero immerso nella natura e lontano dalla civiltà. Ma noi siamo parte di questo mondo, nel bene e nel male, e la Via Appia ti offre la possibilità di conoscere tanti microcosmi”.
C’è stato poi un fuori programma che ha divertito il pubblico e lo stesso scrittore: Enrico Sacco, noto camminatore melfitano, ha regalato a Rumiz e a Scillitani due bastoni da viaggio realizzati a mano dall’artista Giovanni Tudisco con incisioni della città di Melfi e di Federico II. In un vivace dialogo, è stato poi donato un fiaschetto di vino Aglianico e della soppressata, prodotti tipici della zona.
Rumiz e Scillitani hanno apprezzato di buon grado la simpatia di Enrico e a proposito di questo il giornalista ha dichiarato:
“Quando ho presentato il mio lavoro a Venosa, mi è stato chiesto perché continuassi a venire nel Sud Italia e in posti dimenticati da tutti. La mia risposta è stata: perché incontro persone e situazioni come questa”.
Il pubblico di Melfi, numeroso, ha apprezzato le sue parole e ha rinnovato la speranza affinché si possa fare qualcosa di concreto per rendere nuovamente percorribile una strada storica e identitaria per la popolazione locale.
Ed ecco le foto che ritraggono i momenti salienti della serata.