Nella Basilica Cattedrale di Melfi il giovane Dario Santangelo ha ricevuto il sacramento del diaconato, uno dei tre sacramenti dell’Ordine (gli altri sono il presbiterato e l’episcopato).
Alla presenza del Vescovo monsignor Gianfranco Todisco, di tutto il clero della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e di tanti fedeli, parenti e amici accorsi alla cerimonia, Dario Santangelo ha preso parte ad un complesso e antico rito della Chiesa Cattolica che prevede l’ingresso nel mondo del diaconato.
Con la formula di rito: “Si presenti colui che deve essere ordinato diacono” pronunciata dal Vescovo Todisco è iniziata ufficialmente l’investitura del nuovo diacono, secondo una serie di formule e simboli che hanno suggellato l’elezione del giovane Santangelo.
Per accedere al diaconato è servita un’accurata preparazione durata diversi anni nella quale si contempla lo studio teologico, un tirocinio nelle comunità parrocchiali, oltre a incontri di approfondimento. Dario, nato a Melfi il 9 Novembre del 1988, ha frequentato e frequenta tuttora il seminario di Potenza.
La vocazione in Dio ha sempre contraddistinto il percorso esistenziale di Dario, sin da quando bambino offriva il suo servizio come chierichetto nella Parrocchia del Sacro Cuore. Da allora la distanza tra lui e Dio si è fatta via via più piccola e questo lo ha portato a fare scelte importanti che oggi hanno trovato compiutezza nel diaconato.
Ma chi è il diacono? Il diacono nella Chiesa Cattolica è abilitato a servire il popolo di Dio nel ministero dell’altare, della parola e della carità. Ha la facoltà di presiedere la celebrazione di alcuni sacramenti (amministrare il battesimo, e – solo per il rito latino – celebrare il matrimonio) su delega del parroco, il vero responsabile; è inoltre ministro ordinario della santa Comunione ed esercita il ministero della parola.
Inoltre il diacono di rito latino può impartire benedizioni di persone, luoghi e oggetti, benedizioni eucaristiche e presiedere il Rito delle Esequie e altre liturgie fuori della Messa. A differenza di coloro che sono costituiti nell’ordine dell’episcopato o del presbiterato non riceve però la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo Capo.
Il candidato al diaconato deve essere celibe e può essere ammesso all’ordinazione solo dopo aver compiuto i 23 anni di età. I diaconi permanenti, invece, possono essere ordinati sia tra i battezzati celibi, sia tra coloro che sono già sposati; se però sono celibi, dopo l’ordinazione non possono più sposarsi. Similmente non si può più risposare il diacono rimasto vedovo. Per diventare diacono l’età minima è di 25 anni per i celibi e di 35 per le persone sposate, previo consenso della moglie.
Facciamo i nostri migliori auguri a Dario affinché questo percorso possa sempre di più segnare la sua strada, le sue scelte e il suo amore in Dio e nella Chiesa.