Oggi, 16 Agosto, Melfi festeggia San Rocco, uno dei santi più amati e anche il compatrono della città.
San Rocco è nato a Montpellier, in Francia, tra il 1346 e il 350 ed è morto a Voghera il 15-16 Agosto 1376-79.
È il santo più invocato come protettore dal terribile flagello della peste.
Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e alle malattie gravissime.
È solitamente raffigurato con il mantello e il segno della peste; compare anche il cane, talvolta mentre lecca le piaghe dell’appestato, ma il più delle volte è accucciato ai suoi piedi e reca in bocca il tozzo di pane sottratto alla mensa di Gottardo Pallastrelli, signore di Sarmato, con cui avrebbe provvidenzialmente nutrito il santo durante la malattia.
A Melfi nel quartiere di Valleverde sorge la chiesetta dedicata al santo (in origine era intitolata a San Sebastiano) edificata, secondo quanto riportato sul portale in pietra lavica, nel 1657.
Per secoli ha svolto la funzione di chiesetta di campagna, solo negli ultimi decenni è stata completamente inglobata dal quartiere Valleverde.
Anche Venosa è particolarmente legata a San Rocco, tanto da averlo elevato a coprotettore della città assieme a San Felice di Thibiuca.
La devozione risale al 1503, quando la Città di Orazio fu colpita da una terribile peste e gli abitanti chiesero la protezione del santo: nello stesso anno venne eretta una chiesa in prossimità del complesso della Santissima Trinità, come voto di riconoscenza per aver salvato la città.
La festa religiosa si svolge dal 15 al 18 Agosto, giorni durante i quali la processione con la statua del santo (risalente al 1800 circa) percorre le antiche vie della città portata dai confratelli in divisa “mozzetta verde”.
Per un periodo la festa fu celebrata a Settembre, per dare la possibilità ai contadini di terminare i lavori di mietitura (a fine Agosto) e potervi partecipare tranquillamente.
Diversi sono gli aneddoti sulla chiesa del santo Patrono di Venosa, come quello delle mamme che portavano i loro bambini malati davanti all’ingresso della chiesa, dove lasciavano un sacchetto di grano del peso dei figli.
Si aggiunge alla lista anche Barile: anche qui il Santo è compatrono e tutti gli anni unisce la comunità in momenti di preghiera e devozione.
Tanti auguri a coloro che portano il suo nome.