Riceviamo e pubblichiamo un comunicato congiunto di:
- Caritas diocesi Melfi-Rapolla-Venosa;
- Caritas arcidiocesi di Acerenza;
- Uds Basilicata;
- Anpi Basilicata;
- Agesci Basilicata;
- Osservatorio migranti Basilicata;
- Libera – presidio del Vulture-melfese;
- Libera coordinamento di Basilicata.
“Al Prefetto di POTENZA;
Al Presidente della Giunta Regionale della Basilicata POTENZA;
Al Questore di POTENZA;
Al Sindaco del Comune di PALAZZO SAN GERVASIO;
Al Sindaco del Comune di MONTEMILONE;
Al Sindaco del Comune di VENOSA;
Al Sindaco del Comune di LAVELLO;
Alle Organizzazioni Sindacali LORO SEDI.
OGGETTO: Palazzo San Gervasio: gli immigrati sono, tra noi, i testimoni scomodi di una grave inadempienza!
Come ormai noto si registrano in Basilicata un numero elevato di braccianti immigrati utilizzati per la raccolta dei pomodori.
Si tratta di una popolazione formata sia da gruppi di braccianti storici professionalizzati provenienti per lo più dalle aree della Calabria, della Sicilia, della Campania e della Puglia, che dalla presenza di richiedenti asilo provenienti da tutta Italia.
Il fenomeno si presenta con una notevole gravita a Palazzo San Gervasio (PZ), dove il Centro di accoglienza (l’ex tabacchificio) è stato, solo in questi giorni, aperto.
Sono presenti centinaia di braccianti ammassati nel ‘ghetto’ – Mulini Matinella – in condizioni di estrema precarietà igienica e sanitaria.
Il ritardo della riapertura del Centro di accoglienza, a stagione già iniziata, mette a repentaglio tutto il lavoro svolto fin qui per il contrasto al caporalato nella nostra regione fornendo un alibi ai datori di lavoro, che godendo di innegabili vantaggi dalla presenza dei caporali, finiscono per diventare del tutto dipendenti da essi, poiché il caporalato tende alla monopolizzazione del mercato del lavoro informale.
In questa situazione di grande confusione e abbandono, che riguarda tutta l’area dell’Alto Bradano, è reale il pericolo che le organizzazioni criminali, in combutta con gli imprenditori, utilizzatori della manodopera, si sostituiscano alle istituzioni compromettendo di connotare l’economia della Basilicata e mettendo, ancora una volta, a repentaglio la tenuta sociale della regione, a partire proprio dallo sfruttamento della manodopera straniera in agricoltura.
È necessario che le istituzioni intervengano celermente per garantire il rispetto della legalità.
Solo un’azione capillare e precoce sul territorio da parte delle istituzioni può davvero mettere un freno al fenomeno che rappresenta una vera vergogna per l’umanità.
Al fine di dare dignità ad un numero elevato di donne e uomini che oggi sono costretti a vivere in una condizione di invisibilità nelle campagne o in sistemazioni di fortuna, in assenza di controlli igienici e sanitari è necessario intervenire tempestivamente.
– E’ necessario attivare un tavolo istituzionale di confronto permanente per affrontare le varie questioni che attengono all’accoglienza dei migranti stagionali, specie alla luce dell’emergenza sanitaria da Covid 19.
– E’ necessario disporre, tempestivamente, un sopralluogo per accertare le reali necessità delle persone che vivono questa tragedia.
Non si può più aspettare, le istituzioni regionali intervengano con gli strumenti e le risorse già predisposte.
La Regione Basilicata ha il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie per mettere fine a questa piaga sociale che in questo particolare momento di crisi, oltre a danneggiare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti, danneggia quelle aziende agricole che agiscono nel rispetto delle norme.
Gli strumenti ci sono e anche le risorse economiche.
Nessuno dimentichi che gli immigrati sono, tra noi, i testimoni scomodi di una grave inadempienza!”.