“Nel corso di una partecipatissima assemblea sindacale presso il Comune di Venosa, sono emerse con forza condizioni paradossali e inaccettabili di malessere collettivo e organizzativo con le quali si trovano giornalmente a fare i conti i dipendenti del Comune di Venosa”.
È quanto denunciano le Segreterie Regionali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL:
“I numerosi disagi emersi sono ascrivibili a gravissimi atteggiamenti della nuova amministrazione comunale nelle figure apicali del Sindaco, dell’assessore al Personale e del segretario generale che hanno introdotto, d’imperio, novità regolamentari in contrasto con gli accordi sindacali sottoscritti presso il Comune e con i regolamenti approvati, nonché con le stesse normative nazionali.
Le nuove disposizioni, tra l’altro, ledono e limitano la dignità personale e professionale dei lavoratori, che si sentono oppressi a causa di un clima che eufemisticamente definiamo di “stato di polizia”.
Numerosissime e complesse le criticità segnalate.
Nello specifico ne citiamo solo alcune, tra le più paradossali, assurde e pericolose per il buon andamento della macchina amministrativa.
Sono state emanate, attraverso circolari, disposizioni che condizionano e limitano di fatto i responsabili gestionali del Comune nella concessione dei permessi, ferie e quant’altro, discipline che rientrano invece nelle loro prerogative di ‘privati datori di lavoro’ e annullano, senza alcuna disciplina transitoria, consolidate prassi che, tra l’altro, hanno permesso al Comune e ai cittadini di Venosa, nonostante la grave carenza di personale, di continuare a usufruire di servizi essenziali, ledendo, al contempo, diritti irrinunciabili quali quello delle ferie.
A causa della gravi carenze di organico, infatti, i lavoratori hanno cumulato numerose giornate di ferie non godute, che rischiano di perdere, contingenza che li penalizzerebbe fortemente, aggiungendo alla beffa anche il danno.
A tal fine, si fa presente che il mancato godimento di ferie pregresse, derivante anzitutto da carenze di personale, non è tra le altre cose ascrivibile solo ad eventuale inerzia del lavoratore, ma anche del datore di lavoro, rappresentando che, essendo un diritto irrinunciabile, le ferie non possono essere perse e il dipendente può fruirne anche in momenti successivi a quelli stabiliti dai contratti collettivi nazionale, come da orientamenti applicativi dell’Aran.
Inoltre nei termini per la fruizione delle ferie giammai è menzionata la data del 31 Dicembre dell’anno di maturazione, con obbligo, tra l’altro, di predisposizione di un fantasioso e inamovibile – se non per documentate necessità – piano ferie (annuali e non estive) predisposto entro il mese di Aprile che pare in netto contrasto con qualunque buonsenso e con la stessa conciliazione normativa dei tempi di vita e di lavoro.
Paradossale, dal canto suo, anche l’obbligo del dipendente di dover informare, personalmente, un vasto elenco di responsabili e amministratori in merito al godimento dei propri giorni di ferie.
Addirittura, si è arrivati a ridurre unilateralmente la flessibilità dell’orario di lavoro a soli 10 minuti, in contrasto evidente rispetto a quanto stabilito con il contratto decentrato vigente, peraltro sottoscritto in vigenza del nuovo contratto collettivo nazionale nello scorso mese di Maggio e che prevede una flessibilità pari ad 1 ora in entrata ed in uscita.
Disattesi anche gli altri accordi sottoscritti, come quello sulle progressioni economiche e quello sul pagamento della produttività 2018.
A tal proposito, è il caso di rammentare che i contratti decentrati, una volta sottoscritti, non possono essere “disapplicati” unilateralmente da una parte negoziale.
Oltre a ciò, il segretario comunale, avallato e sospinto dall’amministrazione comunale, non manca di perpetrare intromissioni a dir poco inopportune in tutti i procedimenti amministrativi, richiedendo la supervisione degli atti prima dell’adozione dei provvedimenti da parte dei responsabili apicali dei servizi che, è forse il caso di ricordare, hanno funzioni dirigenziali, e che da tali arroganti atteggiamenti subiscono gravi lesioni della loro autonomia gestionale e della loro dignità professionale.
Inoltre, diversi nuovi iter procedurali richiesti dal Segretario Generale per l’adozione degli atti, vanno in contrasto con le normative in vigore e con lo stesso esercizio dell’autotutela dei responsabili dei procedimenti.
Nel Comune di Venosa si è instaurato a nostro parere, una vera e propria ‘dittatura’ che non trova alcuna giustificazione se non nella miope volontà di calpestare i diritti dei lavoratori, quei lavoratori pubblici sotto ingiustificato attacco da tempo, che andrebbero considerati, invece, una risorsa preziosa al servizio dei cittadini e che col perdurare di queste storture si rischia, purtroppo, di disperdere.
Si proclama, pertanto, lo stato di agitazione dei dipendenti, con preannuncio di azioni di protesta.
Chiediamo inoltre al Prefetto di Potenza un incontro urgente per ripristinare il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle prerogative sindacali”.