È in corso in tutto il Paese la campagna denominata “vittime e carnefici” che annuncia una serie di iniziative a tutela delle fasce più deboli che è da sempre uno dei compiti che le forze dell’ordine assolvono con particolare attenzione per la difesa delle vittime e la lotta, senza risparmio di energie, agli autori di tali reati.
A tal proposito il segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo ha dichiarato:
“La “Casa degli orrori” di Trapani, con anziani vittime di maltrattamenti e umiliazioni è solo l’ultimo dei purtroppo sempre più numerosi episodi di violenza di ogni genere contro le persone anziane che insieme alle donne sono i soggetti più esposti al rischio di dilagante criminalità.
Tra le vittime a favore delle quali stiamo conducendo una battaglia fuori e dentro le carceri, gli anziani meritano maggiore attenzione ed impegno perché furti, rapine e scippi, truffe sono eventi criminosi che talvolta hanno conseguenze molto pesanti, soprattutto dal punto di vista psicologico, se le vittime sono particolarmente esposte e fragili.
Ancor di più se si tratta di persone che hanno subito lesioni fisiche o danni alla propria abitazione.
La Basilicata ha visto più 9% di reati nei confronti degli anziani e più 13% di quelli tramite rete.
C’è innanzitutto un vuoto legislativo da colmare.
Ad esempio il costante aumento del reato di truffa in Italia e la particolare aggressività verso le fasce più esposte come le persone anziane, devono indurre a riflettere sulle legislazioni che altri Paesi Europei hanno adottato per cercare di contrastare questo fenomeno.
Da noi invece, in caso di fermo dei malviventi, niente misure cautelari in carcere per pene detentive non superiori a 3 anni: in buona sostanza, truffatori quasi sempre a piede libero.
E solo di recente si discute in Parlamento per innalzare le pene previste per il reato di truffa, con particolare riferimento al caso in cui la vittima prescelta sia un anziano.
La situazione italiana si connota anche per la scarsa frequenza di processi per truffa (quando le vittime sono persone anziane), risultando complessa e spesso impossibile la fase di istruzione per il proliferare di tipologie di reati poco ricostruibili per le loro modalità di esecuzione.
Altro elemento da non sottovalutare è lo scarto non quantificabile tra i reati denunciati e quelli che non emergono per il senso di vergogna che impedisce alle vittime del reato di parlarne con i parenti o chiunque altro, preferendo il silenzio a una possibile perdita di stima e rispetto.
Dunque pene più dure per gli autori di reati contro le persone anziane ma anche maggiori e più adeguati servizi di sicurezza con le forze dell’ordine più presenti specie nei quartieri dove risiede un numero maggiore di anziani e pensionati.
I reati contro gli anziani sono particolarmente gravi e odiosi perché chi li commette si approfitta di una condizione di solitudine e di fragilità”.