Niente più aria condizionata nelle case.
A quanto pare sta arrivando la ventilazione meccanica.
Ma di che si tratta?
A spiegarlo è un articolo del Sole24Ore:
“Troppa concentrazione di CO2, umidità, muffe che a loro volta possono sviluppare batteri, presenza di sostanze inquinanti, emanate anche da arredi o vernici posate, o semplicemente cattivi odori: il ricambio di aria in casa non è solo l’abitudine di spalancare, di tanto in tanto, le finestre per ventilare gli ambienti interni di un edificio.
Ciò che respiriamo in casa può essere fino a cinque volte più inquinato rispetto all’aperto. Il problema si è acuito di pari passo con l’evoluzione di un mercato dell’edilizia più spinto sotto l’aspetto del contenimento delle dispersioni termiche.
La diffusione di involucri sempre più isolati e performanti, così come la progressiva sostituzione di vecchi infissi ha aperto un nuovo fronte di attenzione.
Le case oggi, a partire da quelle inserite in classe A o passive (che siano in materiali tradizionali o in legno e acciaio) integrano praticamente nella totalità un sistema involucro con infisso ad alta tenuta all’aria e con impianti di Vmc o ventilazione meccanica controllata.
Un sistema che forza il ricambio di aria e agisce sia sulla regolazione dell’umidità e la formazione di muffe che sul filtraggio da pollini, allergeni e sostanze inquinanti.
E che, dal punto di vista estetico, è disponibile in soluzioni sempre più minimal e integrate, ad esempio, agli infissi.
«Nelle nuove costruzioni – spiega Massimo Carosso, progettista esperto di costruzioni Nzeb – il sistema di Vmc è centralizzato. Uno dei vantaggi di ventilare gli spazi indoor è la possibilità di arieggiare in modo continuo senza disperdere calore. Per ciò che riguarda le ristrutturazioni, spesso un sistema centralizzato non può essere impiegato, perché nell’edificio vecchio non c’è lo spazio per installare le canalizzazioni. Esistono però soluzioni decentralizzate, che rappresentano un buon compromesso».
Il vantaggio della Vmc negli impianti più avanzati (che non si limitano al solo ricambio di aria) è anche in termini di efficienza energetica: il calore contenuto nell’aria viziata (anche fino a percentuali elevate, pari a oltre il 90%) può essere impiegato per riscaldare l’aria fresca che entra nell’impianto e ridurre il fabbisogno di energia per il riscaldamento, con un sensibile risparmio in bolletta e una riduzione delle emissioni di CO2″.
Che ne pensate?