Continua incessante l’attività di prevenzione e contrasto alla commissione di delitti condotta dai Carabinieri della Compagnia di Melfi, che hanno intensificato i servizi finalizzati al controllo del territorio nell’area del Vulture-Melfese e del Marmo Platano, mediante la vigilanza non solo all’interno dei centri abitati, ma anche lungo le principali arterie stradali di collegamento della zona.
Nella nottata di oggi 12 Luglio, nell’ambito di questo ampio dispositivo messo in campo, una pattuglia della stazione Carabinieri di Muro Lucano, nell’espletamento di un posto di controllo lungo la statale SS7 Appia, ha intercettato un motoveicolo sospetto.
A nulla è servito l’ALT intimato dai militari al conducente che, dopo aver rallentato quasi come per fermarsi per essere sottoposto al controllo, improvvisamente ha accelerato cercando, per giunta, di investire il militare il quale riusciva ad evitare di essere travolto grazie alla propria prontezza di riflessi.
Ne è scaturito un breve inseguimento protrattosi per alcune centinaia di metri e che ha visto protagonista una Kawasaki di grossa cilindrata il cui conducente, raggiunto e bloccato dai militari, ha cercato una seconda volta di sfuggire, senza riuscirvi grazie all’intervento deciso dei militari che sono stati urtati dal mezzo.
La tenace azione dei militari ha consentito di bloccare il centauro che stava mettendo in atto manovre pericolosissime per gli utenti della strada. Una volta raggiunto e bloccato, i militari dell’arma hanno potuto procedere al controllo del centauro, che, in seguito ad accertamenti tossicologici, è risultato sotto l’effetto di droghe (cannabinoidi), oltre ad aver circolato con senza che il mezzo fosse sprovvisto della copertura assicurativa obbligatoria.
Per quanto accaduto, il giovane, C.D. 30enne del luogo, incensurato, è stato tratto in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e guida sotto l’effetto di stupefacenti.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di turno, informato dell’accaduto, ha disposto che il giovane fosse ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Fortunatamente per i militari operanti ci sono state solo solo lievi lesioni.