Grande gioia aleggia a Lavello nella giornata di oggi, in occasione della festa dedicata al Patrono cittadino: San Mauro Martire.
San Mauro fu un religioso africano appartenente ad una nobile famiglia cristiana.
La sua storia racconta di un’incrollabile fede in Cristo, un amore così forte che gli costò la vita per mezzo del martirio e della decapitazione per volontà del prefetto Celerino tra il 283 e il 284 d. C., al tempo dell’imperatore Numeriano.
Pare che il prefetto avesse in precedenza tentato inutilmente e più volte, con le parole prima e con le torture poi, di convincere il santo ed i suoi nove compagni ad abiurare la propria fede cristiana, dopo che costoro erano giunti a Roma dalla Libia per visitare e venerare i sepolcri degli apostoli Pietro e Paolo.
Il Santo è festeggiato dalla comunità lavellese non solo nel mese di Novembre (attraverso una manifestazione solenne), ma anche il 2 Maggio, giorno in cui giunsero nella città lucana (nell’anno 1060) le spoglie del santo africano e dei suoi compagni martiri Patamone, Passarione, Terenzio, Domno, Leonzio, Giovanni, Andrea, Vincenzo e Pafnuzio.
Secondo varie fonti e documentazioni, proprio presso la chiesa lavellese di Santa Maria della Speranza si arrestò, senza voler più proseguire, il cavallo dell’arcidiacono Gherardo, colui che, diretto al suo paese, Conza, in Campania, trasportava i corpi di San Mauro e dei suoi compagni martiri, prelevati dallo stesso religioso da una chiesa a Gallipoli ormai lasciata all’incuria.
In quella Chiesa erano stati in precedenza traslati i corpi, rimasti per secoli in una grotta, fin dove i compagni del santo martire erano stato inseguiti ed uccisi, sempre dagli uomini del prefetto Celerino, per aver occultato al suo interno il corpo del santo africano dopo averlo trafugato a Roma, in seguito al suo martirio.
Il prodigioso arresto del cavallo a Lavello, con i corpi di San Mauro e dei suoi compagni martiri, avvenne dopo che l’arcidiacono aveva deciso di riprendere il cammino al termine di una sosta di due giorni in località Gaudiano, appartenente al territorio lavellese, dove già si erano verificati prodigi per diverse persone del posto che avevano visitato le sacre spoglie di tali martiri.
Alla Chiesa di Santa Maria della Speranza, dopo essere stati informati dell’accaduto, si recarono in processione il vescovo, le autorità ed il popolo di Lavello.
Il vescovo decise, dunque, di far caricare le spoglie dei martiri su due giovani buoi, non ancora sottoposti al giogo, i quali si diressero spontaneamente alla Cattedrale, l’attuale Chiesa Madre, sinora dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, presso la quale si fermarono e si inginocchiarono, dopo essersi già arrestati una prima volta all’ingresso del paese, nel punto dove fu poi eretta la Porta di San Mauro.
Ciò fu interpretato come un segno della volontà divina di stabilire la definitiva e degna sepoltura di San Mauro e dei suoi compagni martiri in questa chiesa (più volte rimaneggiata ed abbellita nei secoli successivi) che, da allora, è intitolata al santo patrono stesso.
Auguri all’intera comunità per questa importante celebrazione.