Oggi si celebra la memoria liturgica di Urbano II, il Papa che cambiò il corso della storia.
Il 12 Marzo del lontano 1088 veniva eletto e a Melfi, tra il 10 e il 17 Settembre del 1089 fu protagonista di un evento epocale: il III Concilio.
Vi parteciparono 70 vescovi e fu indetto proprio da Papa Urbano II (Oddone di Lagery), convinto sostenitore della supremazia della Chiesa e colui che bandì la Prima Crociata nel 1095, durante il Sinodo di Clermont, quando fece appello a tutti i principi cristiani perché si equipaggiassero adeguatamente e partissero alla volta della Terra Santa.
Fu proprio durante il III Concilio che Papa Urbano II parlò per la prima volta della liberazione del suddetto luogo spirituale (e secondo la leggenda lo fece presso l’allora Chiesa di Santo Stefano, oggi Chiesa delle Spinelle).
Tanto fomento spinse circa 60.000 persone a raggiungere il Santo Sepolcro, della cui liberazione il Papa, già dipartito, non poté godere.
Nel corso del Concilio, vennero emanati 16 canoni per:
- condannare la simonia (acquisto di beni sacri spirituali);
- proibire le investiture laiche;
- ordinare il celibato ai chierici;
- riformare la disciplina monastica.
Melfi ha omaggiato Papa Urbano II con una statua innalzata presso la Chiesa dei Cappuccini, la cui epigrafe recita:
“Melfi, nel 9° centenario del Concilio celebrato da Urbano II, ricorda Roberto il Guiscardo e i Papi venuti a Melfi, che lottarono per la libertà e la santità della Chiesa. 1089-1989”.
Urbano venne beatificato da papa Leone XIII il 14 luglio 1881, esaudendo la richiesta dell’arcivescovo di Reims, Benoît-Marie Langénieux.
La sua memoria liturgica è stata fissata proprio per il 29 luglio.
Recita così il martirologio romano:
«29 luglio – A Roma presso san Pietro, beato Urbano II, papa, che difese la libertà della Chiesa dall’assalto di poteri secolari, combatté la simonia e la corruzione del clero e nel Concilio di Clermont-Ferrand esortò i soldati cristiani a liberare, segnati con la croce, i fratelli oppressi dagli infedeli e il Sepolcro del Signore».