Oggi 2 Febbraio è il giorno della cosiddetta “Candelora“.
In questa data (40 giorni dopo Natale) si benedicono le candele, simbolo di Cristo e “luce per illuminare le genti” e la Chiesa Cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù.
Inoltre, intorno a questa data (come anche a molte altre), la nostra tradizione storica e popolare ha tramandato una serie di detti e proverbi.
Il più noto è:
“Per la santa Candelora
se nevica o se plora
dell’inverno siamo fora;
ma se l’è sole o solicello
siamo sempre a mezzo inverno”.
Il proverbio è legato al clima e allo scorrere delle stagioni.
Nella ruota dell’anno, la Candelora costituisce una sorta di “porta tra l’inverno oramai in declino e l’imminente primavera”.
Nei prossimi mesi vedremo se questo antico detto ha ragione.
Oggi, inoltre, si celebra il momento in cui la Sacra Famiglia, rispettando la legge, si presentò al Tempio di Gerusalemme, dopo quaranta giorni dalla nascita di Gesù, per offrire il primogenito e compiere il rito della purificazione di Maria.
Nonostante non fosse obbligata a questo atto di obbedienza, Maria non si sottrasse, compiendo un gesto di umiltà.
L’incontro con Simeone e Anna, nel Tempio, fu importante, perché si poté comprendere da subito la comunione personale di Maria col sacrificio di Cristo.
Fu proprio Simeone, con la sua profezia, a preannunciarle la sofferenza che dovette patire.
Egli le disse: “Una spada ti trafiggerà l’anima” (Lc 2,35).
Questa celebrazione ha origini antiche.
A Roma, in questo giorno, era dichiarata festa in tutto l’Impero.
Papa Sergio I (687-701) istituì la più antica delle processioni penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di Sant’Adriano e arrivava fino a Santa Maria Maggiore.
Il rito della benedizione delle candele si ispira alle parole di Simeone:
“I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti” (Lc 2,30-32).
Da qui il nome popolare di festa della “Candelora”.