Oggi, 27 febbraio, si celebra San Gabriele dell’Addolorata.
Come ci racconta la pagina Il Santo del Giorno:
“Gabriele dell’Addolorata, al secolo Francesco Possenti (Assisi, 1º marzo 1838 – Isola del Gran Sasso d’Italia, 27 febbraio 1862), è stato un religioso italiano della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Proclamato santo nel 1920 da papa Benedetto XV, la sua memoria liturgica è celebrata il 27 febbraio. È patrono della regione Abruzzo, della Gioventù cattolica italiana e del comune di Martinsicuro e della città di Civitanova Marche e del Comune di Bovolenta (Padova).
Trascorse sei anni nella congregazione passionista (1856-1862). Dopo studi filosofici a Pieve Torina, nelle Marche, si recò in Abruzzo per compiere studi teologici, trovando ospitalità, durante il viaggio dell’8 luglio, verso Isola del Gran Sasso, a Giulianova, nella chiesa di Santa Maria a Mare, ove è ancora conservata la camera in cui alloggiò. Verso gli ultimi due anni, quando era già in comunità a Isola del Gran Sasso d’Italia presso il ritiro della Concezione (1859-1862), venne colpito dalla tubercolosi ossea, ma si sforzò sempre di seguire in tutto la vita regolare conventuale compatibilmente con la sua situazione di malattia. Fino a due mesi precedenti la morte poté seguire le celebrazioni liturgiche. Mantenne fino alla fine la sua abituale serenità di animo, al punto che gli altri confratelli erano desiderosi di passare del tempo al suo capezzale, oltre ai normali doveri di assistenza. Gabriele si rassegnò totalmente alla sua morte imminente.
Prima che potesse venire ordinato sacerdote, per motivi di salute e per i motivi politici (l’Abruzzo era da poco passato dal regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia), Gabriele morì, all’età di soli 23 anni, nel suo monastero passionista, stringendo al petto un’immagine della Madonna Addolorata.
Papa Pio X lo ha proclamato beato nel 1908, mentre Benedetto XV lo ha canonizzato nel 1920. Pio XI lo ha dichiarato patrono della gioventù cattolica. Nel 1959, Giovanni XXIII lo ha dichiarato patrono dell’Abruzzo, dove Gabriele passò gli ultimi tre anni della sua vita”.