Un episodio tragico, complesso e per molti versi non ancora sufficientemente esplorato, come spesso accade quando si tratta di analizzare la situazione risorgimentale e il fenomeno del brigantaggio nel Sud Italia.
Oggi, 10 Agosto, ricorre l’anniversario del “Massacro di Ruvo del Monte”, avvenuto nel 1868.
Protagonisti i briganti di Carmine Crocco e le truppe del regno italiano.
In quel giorno il brigante di Rionero Carmine Crocco, a capo di 80 uomini, assaltò il comune di Ruvo del Monte, difeso dalla Guardia Nazionale.
Grazie anche a una propaganda che spingeva ad insorgere contro il potere statale, i cittadini di Ruvo decisero di sostenere i briganti i quali entrarono in città uccidendo 13 persone, tra liberali e ricchi possidenti, distruggendo le case dei signori, gli archivi comunali e i simboli dei Savoia.
Compiuto l’assedio, Crocco e i suoi uomini, ai quali si aggiunsero dei ruvesi, lasciarono il paese, inseguiti da un reparto di guardie nazionali e regi bersaglieri, comandati dal maggiore Davide Guardi, il quale ordinò il rastrellamento di Ruvo, in quanto la cittadinanza aveva collaborato con i briganti.
Molte abitazioni vennero date alle fiamme, diverse persone furono fucilate.
Ancora oggi non è chiaro quante persone morirono.
Anche i notabili del comune vennero accusati di attentare alla sicurezza interna dello Stato e di complicità di brigantaggio. Questo perché venne loro chiesto di pagare il contingente con il denaro comunale, cosa impossibile perché le casse erano state depredate dai briganti.
I notabili vennero processati. Prosciolti in istruttoria, i maggiorenti di Ruvo vennero rinviati a giudizio per aver fatto parte di una Commissione che, per ordini superiori, aveva tassato i propri cittadini sotto minaccia verbale di fucilazione. Il tribunale circondariale di Melfi, esponendo una versione incompleta dei fatti e senza accertarsi su chi abbia dato tali disposizioni, condannò ad un anno di reclusione i notabili per tentata estorsione.
Resta una pagina buia della storia risorgimentale italiana, resa complicata dal fatto che non si riesce a fare chiarezza e a dare un fondamento storico su quanto accaduto, senza presa di posizione.
Oggi ricordiamo questo tragico evento che, al di là delle responsabilità, fu una ferita profonda per Ruvo del Monte.