Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa delle RSU Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dell’ospedale di Melfi:
“Dopo la denuncia dei sindacati e del personale sul disagio lavorativo nell’ospedale di Melfi, tale da dichiararne lo stato di agitazione, il direttore generale del San Carlo Massimo Barresi si è recato all’ospedale di Melfi invitando le rappresentanze sindacali CGIL, UIL e CISL per un confronto.
Il DG (Direttore Generale) ha voluto ribadire la sua attenzione verso i presidi periferici e il suo interessamento verso l’ospedale con alcuni atti: la nomina del nuovo primario dell’Ostetricia, l’assunzione di tre medici assegnati all’Area Critica, una nuova organizzazione di lavoro a carattere multidisciplinare per ovviare alle difficoltà del reperire medici per il Pronto Soccorso, un concorso per ortopedici bandito esclusivamente per il nostro Ospedale, assumendo l’impegno a trovare risorse economiche per la realizzazione della Risonanza Magnetica Aperta.
Tutte iniziative indispensabili a regalare una speranza per il futuro del presidio Ospedaliero del Vulture Alto Bradano ma manca la giusta attenzione verso le figure del comparto: infermieri e OSS.
L’iniziativa messa in atto per quanto riguarda il personale del comparto non è adeguata al reale fabbisogno ed è stato fermamente ribadito durante l’incontro.
Nonostante l’encomiabile e celere iniziativa del reclutamento delle sette unità infermieristiche, ricordiamo che servono solo a pareggiare alcune delle dismissioni degli ultimi tre mesi.
Nell’ospedale di Melfi i sette infermieri e i due OSS sono insufficienti a garantire prestazioni in sicurezza per il paziente e per l’operatore.
Questa carenza prescinde da qualsiasi modello organizzativo come invece ha affermato il DG.
La Direzione Strategica ha avuto tutto il tempo per affrontare e risolvere la questione, è passato un anno dall’ultimo incontro avuto a Melfi con gli stessi attori, le stesse problematiche e qualche infermiere in meno ma senza prendere nessun provvedimento.
Nel frattempo è arrivato il COVID 2019 e oltre alle attività istituzionali dell’ospedale si è aggiunto anche il servizio del Pre-triage a parità di risorse.
Si è puntato sulla infinita disponibilità e responsabilità del personale e sul ricorso alla attività aggiuntiva, soluzioni che nel lungo periodo non si sono rivelate efficaci.
Dopo tre mesi il personale non è più disponibile a fare sacrifici e pertanto considerando l’importanza strategica del servizio del pre-triage si chiede alla direzione strategica di valutare delle soluzioni alternative anche nella società civile per tenere sempre attivo il servizio, liberando così delle risorse per le attività dei reparti.
Inoltre, durante l’incontro sono state segnalate alla direzione le ulteriori criticità: assenza di informazioni nei presidi periferici su come affrontare la ripresa delle attività nel dopo COVID 2019 e su come affrontare la questione dei tamponi; continua assenza della guardia giurata; mancanza di un riferimento di supporto informatico ‘ufficiale’ presente fisicamente nel presidio per risolvere le più banali difficoltà che potrebbero rallentare o bloccare le attività; l’esigenza di avvalersi di una figura dell’ufficio del personale”.