A Melfi si è tenuto il consiglio comunale straordinario dedicato interamente alla riforma sanitaria regionale e alla situazione dell’ospedale di Melfi.
Presenti tanti cittadini, il consiglio comunale presieduto dal presidente Luigi Simonetti che ha aperto la seduta, il sindaco Livio Valvano, il governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella, l’assessora regionale alla sanità Franconi, i vertici dell’ASP.
Il sindaco di Melfi Livio Valvano, nella sua introduzione, ha dichiarato:
“Un anno fa eravamo qui a discutere della riforma sanitaria che è stata approvata a Gennaio di quest’anno. C’erano incertezze, preoccupazioni. Ma a partire da quella riforma noi oggi possiamo dire che gli ospedali territoriali, tra cui quello di Melfi, sono stati salvati.
Con questo non voglio dire che i problemi si sono completamente risolti, c’è ancora molto da fare. Noi siamo il centro terzo urbano della Basilicata: tutta l’area del Vulture-Melfese ha un ruolo naturale di porta della regione, ha un polo industriale tra i più importanti d’Europa. Per questi ed altri motivi non possiamo fare a meno di servizi essenziali”.
Il dottor Maglietta, direttore generale del San Carlo di Potenza, ha quindi illustrato i passi avanti all’ospedale di Melfi:
“Il nostro obiettivo è di realizzare una rete sanitaria regionale forte che possa garantire l’accesso alle cure a tutti i pazienti. Dopo un riordino amministrativo abbiamo messo in rete la struttura.
C’è difficoltà a reperire personale, questo è un dato di fatto, ma stiamo lavorando per risolverlo.
Il reparto di neonatologia è pronto e a breve sarà operativo al 100%. La risonanza magnetica entrerà in funzione entro la fine dell’anno.
Ci vuole molta pazienza nel condividere i progetti di riforma”.
Ha preso quindi la parola il direttore dell’ASP Bochicchio:
“Uno dei problemi che abbiamo riscontrato è stato quello delle farmacie territoriali e cioè di ricaricare gli ordini territoriali sulla farmacia ospedaliera. Finite le feste di Natale mi auguro che l’emergenza possa concludersi, che è un problema che riguarda anche gli ospedali di Villa d’Agri e Lagonegro.
Stiamo sperimentando una novità assoluta a livello internazionale, tra cui la centrale di dimissione: il paziente deve essere seguito non solo dal territorio all’ospedale ma anche viceversa. Per questo stiamo lavorando per percorsi di cura all’avanguardia.
Nessuno vi sta dicendo che abbiamo la ricetta pronta ma dobbiamo provarci perché i tempi sono cambiati”.
La consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Angela Bisogno, nel corso del suo intervento ha dichiarato:
“Io non credo che sia tutto a posto, come i direttori vorrebbero farci credere. Fino a poco tempo fa si sono registrati strani spostamenti di mezzi e strumenti di reparto in reparto poi tornati al loro posto in occasione della visita di Pittella. Questi sono solo spot elettorali.
Sulla farmacia dell’ospedale abbiamo dovuto attendere cinque mesi per la sua riapertura e non una settimana come ci hanno voluto far credere. E anche adesso non è per niente efficiente.
Allora perché non sedersi e discutere tutti assieme un programma condiviso per realizzare una riforma davvero efficace? Non siamo stati ascoltati.
E sui nuovi primari facente funzione cosa vogliamo dire? Loro andranno in pensione tra pochi anni, e poi cosa succederà?
E sulla strumentazione endoscopica rubata a Potenza alla quale ha dovuto compensare il nostro ospedale? Molti non sanno che è stato chiuso l’ambulatorio di pneumologia e trasferito a Venosa.
Avete il dovere di informare ma ho i miei dubbi a riguardo visto che l’anno prossimo ci sono le elezioni”.
Il consigliere del Movimento Noi per Melfi, Spera, ha aggiunto:
“La pneumologia risulta chiusa, così per il reparto di psichiatria che è diventato un mero ambulatorio. Ortopedia trasferito in chirurgia. Il Pronto soccorso è carente di personale, la sala operatoria ha un ventilatore rotto e per questo rischia di chiudere. Manca la manutenzione, la strumentazione.
Questo non è un ospedale che funziona. Per non parlare dei parcheggi e dell’elisoccorso. Non c’è la volontà politica che salvaguardi il nostro territorio e tutto sta andando a vantaggio di Potenza. È sempre la solita storia”.
Bochicchio ha quindi ribadito:
“Non è vero che la psichiatria è un inutile ambulatorio. Stiamo tentando qualcosa di rivoluzionario affinché il paziente non sia segregato ma resti legato ai suoi affetti e al suo territorio.
Sui parcheggi dell’ospedale non ancora realizzati dobbiamo prima realizzare la cabina elettrica che possa garantire continuità a tutta la struttura, in questo modo evitiamo di fare lavori inutili. Lo stesso per l’elisoccorso.
Sull’ambulatorio di pneumologia mi risulta aperto e funzionante due giorni a settimana e l’ASP non ha ricevuto finora lamentele a riguardo”.
Il consigliere del Partito Democratico Monico ha sottolineato le novità circa il nostro ospedale:
“L’arrivo dei primari, della risonanza magnetica, la sistemazione del reparto di neonatologia, il nuovo ortopedico che lavorerà nel nostro ospedale: questa è la verità.
Ma allo stesso tempo noi esigiamo il controllo e il rispetto del cronoprogramma, lo dobbiamo ai nostri cittadini. Perché non possiamo digerire i ritardi che si stanno di volta in volta presentando”.
È inimmaginabile, per il consigliere del PSI Destino, ignorare il percorso da intraprendere in seno alla riforma sanitaria:
“Io apprezzo chi oggi viene qui a metterci la faccia perché non è facile parlare di una questione spinosa come quella della riforma sanitaria.
È facile strappare un applauso quando si cavalca l’onda del malcontento ma non è così che si risolvono i problemi”.
Il consigliere e capogruppo del PD Gubelli ha aggiunto:
“Non possiamo negare che qualche passo in avanti è stato fatto, come ad esempio l’arrivo dei nuovi primari. Certo ci sono delle criticità. Una di queste è la carenza di organico che nonostante le rassicurazioni del presidente Pittella non è stata risolta. Per non parlare dell’accorpamento dei reparti con conseguente riduzione dei posti letto e un ingolfamento del sistema. E il rischio che si potrebbe creare è che tra qualche tempo qualcuno ci dirà che non abbiamo operato. Queste sono le vere preoccupazioni”.
Sulla questione del cronoprogramma è tornato anche il consigliere Navazio:
“A volte si ha l’impressione che le cose succedono solo quando il presidente Pittella arriva a Melfi. È successo un anno fa, lo vediamo oggi. Noi non abbiamo bisogno di slogan, perché sentire che entro un determinato tempo aprirà questo o quel reparto e poi però i tempi non vengono rispettati è una chiara presa in giro. Questo modello porterà i suoi risultati soltanto tra qualche anno, soltanto allora avremo le risposte”.
Le conclusioni sono state affidate al governatore Pittella che ha parlato anche del Crob di Rionero:
“Sono venuto a Melfi per chiedervi fiducia e collaborazione. Non possiamo assolutamente dire di aver risolto i problemi al 100%. Ma possiamo dire di aver compiuto un pezzo di strada. Non pretendiamo che in un anno e mezzo tutto si sistemi, se qualcuno è in grado in così poco tempo di poterlo fare sono pronto a lasciare subito l’incarico.
I direttori che sono seduti qui accanto a me hanno già spiegato la situazione dell’ospedale di Melfi, cosa è stato fatto e cosa resta da fare. Potenzieremo il servizio di endoscopia che riteniamo essenziale per Melfi e il territorio. La sottrazione della strumentazione al San Carlo di Potenza è stato qualcosa di spaventoso ma era necessario per una serie di urgenze che fosse presente subito una sostitutiva. L’abbiamo presa a Melfi che in quel momento non presentava criticità e allo stesso tempo ci siamo impegnati a reperire nuova strumentazione e restituire a Melfi ciò che ci aveva prestato.
Diamoci del tempo, verifichiamo tra qualche mese o quando volete gli sforzi che tutti assieme stiamo compiendo. Ma deve essere chiara una cosa: troverete sempre la mia disponibilità e di quella dei vertici dell’ASP a collaborare, discutere, incontrare affinché tutto proceda per il meglio. Se perdiamo questa scommessa perde l’intera Basilicata e questo non lo possiamo consentire. Allora dobbiamo moltiplicare gli sforzi.
Proprio come stiamo facendo per il CROB di Rionero. Sono venuto ad un consiglio comunale qualche giorno fa per discutere e ribadire alla cittadinanza e soprattutto ai ricercatori dell’ospedale oncologico che non bisogna assolutamente temere una perdita di autonomia. Il CROB è e resta il centro di ricerca per le malattie tumorali.
Quando dico che nessun ospedale chiuderà dico la verità. In Puglia hanno chiuso diversi nosocomi che sono stati riconvertiti in Case salute. Immaginate cosa sarebbe successo se anche noi avessimo fatto un’operazione del genere. Così non è stato, abbiamo fatto uno sforzo titanico affinché le nostre strutture ospedaliere possano continuare nel loro esercizio e garantire a tutti cittadini le cure e le prestazioni necessarie”.