Nei giorni scorsi la Regione Basilicata ha approvato il piano economico per la Ciclovia dell’Acquedotto, con una delibera della giunta proposta dall’Assessore Nicola Benedetto e pubblicata sul Bollettino Ufficiale del 17 Novembre 2016.
Si tratta di una ciclovia che corre lungo le piste di servizio che seguono le condotte dell’Acquedotto Pugliese.
Il tratto complessivo va dall’Irpinia, passando per il Vulture e l’Alta Murgia, per finire al Capo di Leuca per un totale di circa 500 chilometri.
Questo impegno segue la sottoscrizione – firmata il 27 Luglio scorso da parte delle regioni Basilicata, Puglia e Campania – di un protocollo d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e i Trasporti e con il Ministero al Turismo e ai Beni Culturali per la progettazione e realizzazione del percorso.
Un percorso in cui il Vulture-Melfese ha una parte attiva dal momento che molti comuni dell’area saranno interessati dalla ciclovia: Rapone, Ruvo del Monte, Atella, San Fele, Rionero in Vulture, Ginestra, Ripacandida, Venosa, Palazzo San Gervasio.
Per Giuseppe Dimunno, coordinatore Fiab Di Basilicata e Puglia e referente per i rapporti con le istituzioni del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto:
“Il fatto che la regione Basilicata faccia proprio l’itinerario da noi individuato è un importante risultato dell’attività del coordinamento e della credibilità guadagnata sul campo”.
La caratteristica peculiare di questa ciclovia è di essere un itinerario fatto di territori e culture diverse, ma legate indissolubilmente nel segno dell’acqua e dello sviluppo sostenibile.
Cosimo Chiffi, del coordinamento dal Basso, sostiene:
“Il tratto che attraversa il Bosco di Bucito tra Ruvo del Monte e Atella è uno dei più suggestivi dell’intero itinerario. Proprio lì una stele d’epoca ricorda l’operaio di Palazzo San Gervasio Giuseppe Lopomo, tra i tanti che perirono durante i lavori di costruzione della condotta.
Fondamentale è continuare a fare rete tra associazioni, operatori turistici e amministratori locali per inaugurare il prima possibile la ciclovia rispettando il cronoprogramma del Ministero delle Infrastrutture che prevede di consegnare l’opera in tre anni. Non ci resta che augurare un buon lavoro all’assessorato alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Basilicata al quale non faremo mancare il nostro supporto, augurandoci che anche Campania e Puglia si muovano nella stessa direzione”.
Una parte del tracciato in realtà è già percorribile e si trova in Puglia nella Valle d’Itria, tra Cisternino e Martina Franca, battezzata “Ciclovia dell’Acqua”.