Patrick Zaki, dopo la condanna a tre anni di carcere a Mansura e la grazia ricevuta dal presidente egiziano al-Sisi è libero: è stato rilasciato dal commissariato di Nuova Mansura.
Appena uscito, come riporta skytg24, l’attivista ha abbracciato la madre e gli altri famigliari.
“Ora sono libero, penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto”, ha detto Zaki ai giornalisti subito dopo essere stato rilasciato. “Sto pensando di ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all’università. Ora torno al Cairo”, ha aggiunto.
Intanto, a Radio 24, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha negato che ci sia stato un baratto tra la liberazione di Zaki e il caso Regeni: “Nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Siamo riusciti a ottenere questo risultato, poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo”.
Sul Regeni: “Continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto, abbiamo messo sullo stesso piano le due questioni”.
Zaki è quindi tornato in libertà intorno alle 12:00 italiane, uscendo dal commissariato di Nuova Mansura.
Davanti all’edificio c’erano la madre Hala Sobhy, il padre George, la sorella Marise, la fidanzata Reny Iskander e l’amica Yousra El Klesly. Appena liberato, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza, Zaki ha abbracciato per vari secondi la madre, poi la fidanzata e gli altri famigliari.
“Un grazie a Bologna, un grazie all’Università, al rettore, a chiunque lì, alla mia gente a Bologna. Sono parte della comunità di Bologna, appartengo a loro, sicuramente”, ha detto ai giornalisti dopo essere stato rilasciato.
“Sono veramente contento per quello che hanno fatto per me da anni. Hanno dimostrato un vero impegno nei confronti del mio caso e adesso sono libero”, ha aggiunto.
E ancora: “Voglio aggiungere un grazie ai componenti del Dialogo nazionale che hanno lanciato appelli per me negli ultimi due giorni e che hanno fatto anche altri sforzi per rendere possibile questo momento e rendermi la libertà”.
“Non so nulla di quello che è avvenuto negli ultimi due giorni”, ha aggiunto rispondendo alla domanda se abbia un’interdizione a viaggiare.
“Ora ripartiamo da capo” e “poi ci possiamo pensare”, ha aggiunto, prima di affermare che comunque “sto pensando di ritornare a Bologna”.
Oltre a Zaki, nel decreto presidenziale di grazia compaiono anche il nome dell’altro noto attivista Mohamed El-Baqer e di altri due uomini e due donne.