Bonus per continuare a lavorare anche oltre l’età della pensione: questa l’ipotesi a cui sta lavorando il Governo Meloni.
Tale soluzione dovrebbe prevedere un sistema di sgravi contributivi per spingere il lavoratore a rimandare il ritiro dopo i 63 anni.
E le risorse?
Come riporta Today:
“A livello di cifre, per la legge di bilancio, fino a 21 miliardi di euro potrebbero arrivare dall’aumento del deficit programmato fino al 4,5% rispetto al Pil nel 2023, immaginando una crescita dello 0,6%, certificato dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Ciò significa uno scostamento di 1,1 punti percentuali in confronto al 3,4% tendenziale, cioè a legislazione vigente, inserito nella nota di aggiornamento del Def, messo nero su bianco a fine settembre dal precedente governo.
In questo quadro, il governo potrebbe quindi usare 5 miliardi circa sia per prorogare le misure di flessibilità in uscita sulle pensioni, in scadenza il 31 dicembre – quota 102, opzione donna e ape sociale – sia per alcune misure come la flat tax con un’aliquota agevolata al 15% per le partite Iva fino 100mila euro di ricavi e/o sui redditi in più dichiarati rispetto al triennio precedente (tassa piatta incrementale).
Sul capitolo pensioni sembra certo che ci sarà un intervento per evitare lo scalone al primo gennaio 2023, ma il lavoro è ancora tutto in itinere, con diverse opzioni allo studio.
Un’ipotesi è anche quella su cui spinge la Lega, che pensa ad una quota 41 magari da 61-62 anni: proposta su cui lavorano i tecnici del partito che ipotizzano di recuperare risorse – ha spiegato il leader Matteo Salvini – attraverso una revisione del reddito di cittadinanza, mettendo ‘un periodo di pausa’.
Tra le proposte che potrebbero tornare sul tavolo c’è poi l’idea già presentata da Fratelli d’Italia nella scorsa legislatura: l’uscita dal lavoro con 62 anni e 35 di contributi con un taglio sull’assegno (massimo 8%).
Per i pensionamenti oltre questo limite potrebbero scattare dei premi.
Un intervento, questo, che si avvicinerebbe molto alle richieste di Cgil, Cisl e Uil per il dopo quota 102.
Nel frattempo, come già anticipato nel programma di Fratelli d’Italia, Meloni ha confermato per il 2023 l’uso di ape sociale e opzione donna, anche queste in scadenza a fine anno“.