Novità in campo previdenziale per il 2020.
Il progetto riguarda in particolare la possibilità di sostituire Quota 100 con Quota 102 e l’ipotesi di lasciare il lavoro, dal 2022 e fino al 2028, con 64 anni di età e 38 di contributi.
Ecco quanto riporta il Quotidiano.net:
“La cosiddetta quota 102 per il pensionamento anticipato, intesa come somma di 64 anni di età e 38 di contributi, potrebbe prendere realmente il posto di quota 100 alla scadenza dell’attuale meccanismo (dal 2022) o addirittura prima, nel 2021.
La soluzione, più volte emersa e poi scomparsa, è sostenuta da un’ampia area di tecnici e politici del Pd e centristi, con Alberto Brambilla, esperto di welfare, leghista di lungo corso ma ormai indipendente, a fare da promotore della soluzione.
Il che non toglie che, sul tavolo, siano presenti anche altre ipotesi di base: dalla pensione a punti, con requisiti differenti a seconda dell’attività svolta, evocata dal Presidente grillino dell’Inps, Pasquale Tridico, alla flessibilità da 63-64 anni con calcolo contributivo dell’assegno, come ipotizzato dall’economista democratico Tommaso Nannicini.
I lavori non sono ancora stati aperti formalmente, ma già i sindacati hanno già intimato l’alt: troppo elevato il minimo di 38 anni di contributi, e penalizzante il ricalcolo totale dell’assegno con il metodo contributivo.
Dal ministero del Lavoro si sono subito affrettati a precisare:
‘È inutile in questa fase dare numeri in libertà, serve il confronto con le parti sociali sulla base dei risultati di una commissione di esperti che “analizzi il quadro formulando proposte sostenibili per la finanza pubblica‘.
Certo è che Quota 102 circola da mesi nei dossier di tecnici e politici.
La soluzione avrebbe, in particolare, il vantaggio di ridurre sensibilmente i costi della spesa previdenziale, sia perché con due anni in più di età si riducono la platea dei beneficiari e il periodo di erogazione, sia perché il ricalcolo con il metodo contributivo dell’assegno porterebbe a tagli degli importi anche del 15-20%.
Secondo Brambilla, l’intervento potrebbe costare 2,5 miliardi l’anno, una cifra molto inferiore a quella di Quota 100 (7-8 miliardi l’anno).
Quanto basta per rendere appetibile l’operazione”.
Cosa ne pensate?