Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa dei consiglieri di opposizione di Venosa Francesco Mollica, Angelo Antenori, Giovanni Colangelo, Rocco Bitetta, Antonella Fatone, Rocco Di Tommaso.
Ecco quanto denunciato:
“Può la guerra in Ucraina essere motivo di divisione tra le forze politiche venosine?
Purtroppo sì.
Con immenso dispiacere prendiamo atto che neppure il tema della guerra e la grave crisi che sta vivendo l’Europa in questo momento storico riesce a portare alla ragione gli amministratori comunali di Venosa.
Nonostante la guerra in Ucraina, infatti, Il Sindaco e la sua maggioranza continuano la loro personale guerra contro le forze politiche di opposizione e proseguono con un’azione divisiva e di continua contrapposizione.
Incapaci di un dialogo e un confronto sereno con le forze politiche presenti in consiglio comunale decidono di far diventare anche la crisi internazionale, dovuta alla guerra in Ucraina, un terreno di scontro politico e istituzionale.
Ma facciamo un passo indietro per spiegare quanto è accaduto.
Il giorno 4 Marzo 2022 i consiglieri di opposizione protocollavano una richiesta di consiglio comunale straordinario per discutere della situazione venutasi a determinare dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Scopo della richiesta delle opposizioni era quello di aprire un momento di riflessione, di creare un documento condiviso da tutti di condanna alla guerra, di coordinare le azioni da portare avanti come comunità locale per dimostrare vicinanza in modo concreto alle popolazioni coinvolte dal conflitto.
Proprio per evitare di far nascere polemiche inutili, in queste settimane le opposizioni si sono astenute da ogni commento sull’assenza del Comune di Venosa rispetto a questo problema.
Non abbiamo detto o scritto che Venosa è forse l’unico comune lucano a non aver organizzato un momento di riflessione su quanto sta accadendo in Europa.
Non abbiamo scritto o detto che il Comune di Venosa ha risposto tardivamente alla mobilitazione partita dal basso per mandare aiuti in Ucraina.
Non abbiamo detto o scritto che l’unica azione messa in campo in queste settimane è stata l’affissione di un manifesto sulle bacheche cittadine che nessun effetto ha sortito.
Abbiamo semplicemente chiesto un momento di riflessione e lo abbiamo fatto nel massimo rispetto della maggioranza evitando finanche di presentarci con una mozione preconfezionata che potesse apparire divisiva.
Abbiamo evitato accuratamente di presentare le nostre proposte per evitare che apparissero come di parte, riservandoci di discuterle insieme alla maggioranza per arrivare ad una decisione unanime.
Da parte nostra, dunque, massima disponibilità al confronto e alla concertazione per portare il consiglio comunale di Venosa ad approvare un documento condiviso che fosse espressione di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale.
L’unica azione che abbiamo messo in campo, ma non possiamo pensare che sia stata questa a scatenare la reazione della maggioranza, è stata una lettera inviata al Presidente del Consiglio comunale con la quale si comunicava la volontà dei consiglieri di opposizione di rinunciare ai gettoni di presenza e di devolvere le relative somme in favore dei profughi ucraini.
A fronte di questo nostro comportamento improntato alla massima apertura e al dialogo, nel ricevere la convocazione del consiglio comunale previsto Mercoledì 23 Marzo, abbiamo ricevuto una chiusura totale da parte del M5S che è ingiustificata, inopportuna, inaccettabile.
Uno scivolone politico e istituzionale da parte del Presidente del Consiglio comunale, della Giunta, del Sindaco e di tutta la maggioranza che non poteva rimanere senza conseguenze.
Di fatto, la nostra richiesta di un consiglio comunale straordinario sulla guerra in Ucraina, viene ignorata.
Il consiglio comunale viene convocato per discutere tre punti all’ordine del giorno, il tema guerra viene inserito come discussione di una mozione precostituita del M5S e inserita tra una comunicazione del Sindaco sul prelevamento somme straordinarie e l’adesione.
Capiamo bene che nel M5S ci siano persone che vivono in e di contrapposizioni.
Comprendiamo la difficoltà di una forza politica che ha perduto ogni valore e ogni identità di affrontare un confronto libero e schietto sul tema della guerra, dell’invio delle armi, sull’aumento delle spese militari approvato dal Parlamento.
Capiamo bene che è meglio non toccare questi temi e limitare il tutto ad una opaca mozione che nulla dice di concreto sulle questioni politicamente più importanti.
Comprendiamo anche la necessità di questa Giunta comunale di dimostrare che esiste e di mettersi in mostra per dare un senso alla propria presenza a Palazzo Calvini.
Comprendere però non vuol dire accettare e condividere.
Non condividiamo l’arroganza del M5S, non condividiamo la strumentalizzazione di una situazione così drammatica, non condividiamo la continua violazione delle norme democratiche del nostro Comune.
Infatti, anche questa volta, nonostante precise norme regolamentari, il Presidente del Consiglio comunale ha ben pensato di adoperare una interpretazione libera e fantasiosa stravolgendo il senso del consiglio comunale.
Nonostante le richieste avanzate in conferenza dei capigruppo per consentire una larga partecipazione dei consiglieri comunali, anche in questo caso, si è deciso di andare incontro alle esigenze di una sola persona, l’assessore –dipendente che detta legge nel nostro Comune.
Per queste ragioni, con grande rammarico, le forze di opposizione unite non prenderanno parte al consiglio comunale.
Un consiglio comunale straordinario richiesto da noi a fronte del silenzio di questa Giunta comunale rispetto alla guerra in Ucraina, un consiglio comunale le cui finalità sono state stravolte per volontà della maggioranza di intestarsi una battaglia che doveva essere di tutti.
È un vero peccato che sia andata così.
Oggi si scrive una pagina tristissima per la politica venosina, ma le responsabilità non possono essere certo addebitate a chi ha cercato il dialogo e il confronto senza pregiudizi e senza secondi fini”.