Le segreterie regionali della Fisascat Cisl e della Uiltrasporti hanno proclamato lo stato di agitazione degli addetti al servizio di ristorazione dell’AOR San Carlo di Potenza e del presidio ospedaliero San Francesco da Paola di Pescopagano, con la contestuale richiesta indirizzata al Prefetto di Potenza di convocare un incontro e attivare la procedura di raffreddamento e conciliazione.
Le due sigle sindacali contestano la mancata trasparenza a fronte della nuova richiesta di attivazione dell’ammortizzatore sociale da parte della società Serenissima – che ha in appalto il servizio – nonché la sua contestuale dichiarazione, per entrambi i plessi ospedalieri, di un esubero consistente di personale.
Una dichiarazione che secondo i sindacati non coincide con quanto riferito, seppur informalmente, dalla direzione dell’AOR San Carlo che conferma la ripresa dell’attività di ristorazione ai ritmi pre-covid e ai livelli stabiliti nel capitolato d’appalto.
Fisascat e Uiltrasporti hanno più volte sollecitato l’azienda ospedaliera a convocare un incontro, alla presenza della ditta Serenissima, “al fine di fare chiarezza su un appalto che, da un lato, sembrerebbe rispecchiare l’originario fabbisogno di gara e, dall’altro, sconta una dichiarazione di esubero del personale addetto al servizio”.
Nel frattempo, giovedì scorso, nel corso di un incontro a livello nazionale, secondo quanto riportato dai sindacati, l’azienda ha confermato una riduzione dell’attività lavorativa, con il conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali, preannunciando che, al termine del periodo di copertura, si procederà al licenziamento del personale in esubero.
Sottolineano Fisascat e Uiltrasporti:
“Ora la palla passa al Prefetto di Potenza che, ai sensi della legge 146/90, dovrà convocare tutte le parti per la procedura di raffreddamento e conciliazione, al fine di far fronte ad una situazione ormai diventata insostenibile che inevitabilmente si ripercuote su famiglie monoreddito a bassissimo salario, nonché sul servizio pubblico di mensa e trasporto del vitto degli ospedali di Potenza e Pescopagano”.